La solitudine dinanzi alla scheda elettorale

Si avvicinano a grandi passi i ballottaggi. Cesseranno le parole e si darà spazio al silenzio delle urne
Elezioni comunali

Mentre il Parlamento lavora poco, anzi pochissimo, mentre la Terza Camera Televisiva – Porta a Porta e simili – al contrario è malata di iperattività, coi direttori a farla da protagonisti, e mentre non cessano gli attacchi o le blandizie alla Chiesa e alle organizzazioni cattoliche per strappare qualche voto, piano piano ci si avvia all’epilogo della tornata elettorale amministrativa. L’esito del primo turno, in particolare a Napoli e Milano, ha ridato fiato, dopo tanti anni di stasi, a una competizione elettorale democratica.

 

Democratica? Certamente il mondo mediatico ha sconvolto, più di altre volte, il panorama elettorale, con le note derive sanzionate dall’AgCom. Ciò ha consentito agli uni di formulare promesse irrealizzabili, per tutte quella sulla riduzione delle tasse: i numeri sono lì, la pressione fiscale negli ultimi dieci anni non è proprio diminuita nonostante le promesse di Berlusconi. Anzi, si passerà al 42,7 per cento del 2012 (previsioni) dal 42,4 del 2002. Mentre l’opposizione ha cercato di approfittare dei media sotto la sua influenza troppo spesso solo per rispondere alle puntate di Berlusconi o Bossi, invece di insistere sui programmi e gli impegni da prendere con l’elettorato.

 

Una nota teoria sugli effetti dei media sulla società, quella chiamata del “proiettile magico”, formulata alla vigilia della Prima guerra mondiale, affermava la totale capacità manipolatoria dei media nell’influenzare l’opinione pubblica. Poi la teoria passò in campo opposto, in occasione della Seconda guerra mondiale, negando ogni dimostrabilità dell’influenza dei media sulla società. In occasione delle guerre irachene, il pendolo è passato di nuovo all’influenzabilità degli utenti da parte dei media, anche perché nel frattempo si è passati dai media analogici a quelli digitali: e si sa quanto l’immagine abbia poteri di convincimento.

 

Ma le cose non sono così semplici come sembra. Si ha l’impressione che i media, in particolare la televisione, abbia le armi spuntate, e che la realtà in qualche modo stia riprendendo il suo posto sulla virtualità. È così da salutare il ritorno ad una competizione democratica vera.

 

Ha fatto piacere vedere i candidati ai ballottaggi cercare i singoli voti impegnandosi in estenuanti camminate per le vie delle rispettive città. Un buon segno, il ritorno alle cose concrete, al bene comune e non alle promesse campate per aria o ai provvedimenti dell’ultima ora, anche se in queste passeggiate dei candidati molto spesso sono stati usati toni al limite della demagogia (vedi le discussioni a proposito delle moschee e dei rifiuti). Ma le strette di mano sono state reali.

Ora, dopo il venerdì santo imposto da troppi media – ma siamo poi sicuri che proprio tutti i media siano stati faziosi? Abbiamo ascoltato tanti dibattiti interessanti e cronache non partigiane, almeno in alcuni telegiornali e alcuni giornali – calerà il silenzio, speriamo rispettato, del sabato santo elettorale. Sarà una risurrezione quella di domenica 29? Per alcuni sarà così, per altri no. Ma certamente lo sarà per lo spirito di una sana competizione elettorale. In cui il cittadino si troverà alla fine, nella solitudine della cabina elettorale a dover rispondere alla propria coscienza, e solo ad essa.

È bello votare, andiamoci!

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