La Pinacoteca Ambrosiana è sul web

In cinque anni verrà immessa su Internet la metà dell'immenso patrimonio della biblioteca, senza tagli né selezioni
pinacoteca ambrosiana

«È con un orgoglio particolare – spiega monsignor Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana – che portiamo alla conoscenza del grande pubblico questa iniziativa che, proseguendo nella scia della nostra tradizione di eccellenza, ci apre a orizzonti ancora più ampi. Chiunque, con un click, potrà accedere in ogni momento al patrimonio di manoscritti che possediamo, con un’evidente guadagno per tutti: per gli studiosi, per noi stessi, come pure per la conservazione dei manufatti, che comunque potranno essere consultati presso la Biblioteca».

L’Ambrosiana sbarca su Internet attraverso il progetto Dai (Digital Ambrosiana on Internet), già operativo dall’inizio dell’ottobre scorso. Un progetto fortemente voluto dall’Ambrosiana stessa – come ha spiegato il suo presidente, monsignor Gianni Zappa – avviato grazie al sostegno economico della Fondazione Cariplo e realizzato da Cilea, De Agostini,
Comperio e Icas 94, con una piattaforma tecnologica d’avanguardia chiamata "Codex" che è condivisa, ad esempio, da musei e istituzioni culturali del
calibro del Louvre. Secondo però una vocazione che è iscritta da 400 anni nella vicenda tutta ambrosiana di cui la Pinacoteca-Biblioteca porta il nome: vocazione che, conclude monsignor Zappa, «è mostrare la bellezza, approfondire il dialogo culturale e interreligioso, far conoscere un patrimonio unico e largamente poco conosciuto». 

La Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana è un patrimonio unico che "si mostra" con una fruibilità innovativa, utilizzando al meglio le nuove tecnologie, ma sempre nella logica della propria storia e missione. La Biblioteca Ambrosiana, che possiede e conserva, oltre a un milione di volumi, 36 mila manoscritti, sbarca sul web – dove peraltro è già presente da tempo – con una nuova iniziativa di portata mondiale: la digitalizzazione completa dei manoscritti, che la fa così entrare nel mondo internazionale delle biblioteche virtuali.

Fatto altrettanto straordinario è che è la prima volta che un intero patrimonio di manoscritti viene digitalizzato senza operare alcun tipo di selezione o taglio, con un impegno che porterà, secondo le previsioni, a completare metà dell’operazione digitale in cinque anni, con un ritmo che, attualmente, vede circa 20 mila pagine "lavorate" ogni mese. «Garanzia, questa – sottolinea monsignor Gianantonio Borgonovo, direttore della Biblioteca – di conservazione nel tempo dei preziosi pezzi attraverso la possibilità di una testimonianza digitale, oltreché concreta. La forte deperibilità dei manoscritti rimane, infatti, uno dei più gravi rischi inerenti alla ricchezza manoscritta della Biblioteca voluta da Federico Borromeo».

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