Si è parlato su cittanuova.it degli eventi di Milano e Orvieto del 18 e 19 gennaio promossi dall’area del cattolicesimo democratico e progressista, sulla scia della Settimana Sociale di Trieste.
Anche l’area cattolico liberale, con un incontro svoltosi a porte chiuse il 17 gennaio a Milano, è ripartita con un titolo sfidante: “Quale spazio per la cultura cattolico liberale e popolare nell’attuale fase politica?”.
Tutti gli eventi si sono svolti, tra l’altro, nell’anniversario dell’appello ai “Liberi e Forti” di don Luigi Sturzo del 18 gennaio 1919, che diede origine all’esperienza del Partito Popolare. Una data importante.
L’iniziativa del 17 gennaio è stata organizzata dal Centro Studi Tocqueville-Acton in collaborazione con la rivista La Croce di Costantino fondata da don Sturzo stesso. Il professor Flavio Felice, presidente del Tocqueville-Acton e da molti anni studioso dell’opera di don Sturzo, ha iniziato il convegno evidenziando tre punti, presi dall’eredità del sacerdote di Caltagirone, che possono fare da guida nell’attuale situazione politica: il primato ontologico, epistemologico e morale della persona, l’”antiperfettismo” sociale e il pluralismo delle sfere sociali e politiche evitando ogni pretesa egemonica.
Quindi il primato della persona, che ha libertà e diritti che vengono prima dell’intervento dello Stato, tra essi la proprietà privata e l’iniziativa economica.
E la rinuncia a quello che si è chiamato in letteratura “costruttivismo”, cioè imporre un modello di società “governata dai buoni” che realizzi la giustizia mediante la restrizione delle libertà e l’eccessivo interventismo, tipico dei regimi socialisti. La garanzia costante del pluralismo dei centri di potere e delle iniziative sociali.

Don Luigi Sturzo. Foto: Archivio Ansa
Felice ha ricordato anche l’impronta di Sturzo che non voleva un partito cattolico ma laico, indipendente dal clero e senza alcuna pretesa di rappresentare tutti i cattolici.
Il professor Rocco Buttiglione, della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e della Catholic University of Lublin, ha ripreso questo tema della ricerca della verità, che nell’aspetto della politica non è una verità totalizzante, oggettiva o di fede religiosa, ma una verità umana contingente e necessariamente parziale.
Prima di ragionare di un soggetto politico popolare bisogna ricostituire un popolo, oggi disgregato, costruendo opere di autentica soggettività popolare.
Per questo i cattolici, o le persone che si ispirano ad una cultura evangelica, ancor prima di procedere con l’offerta di un partito, siano anzitutto testimoni e ricerchino una via laica per dare senso alla nostra vita insieme e un contributo culturale e pratico alla società. Poi può anche maturare una presenza organizzata. Buttiglione ha anche portato la sua esperienza di una molto partecipata scuola di formazione per amministratori che sta tenendo in America Latina.
È seguito un vivace e partecipato dibattito tra esponenti di mondo accademico, società civile, politica nazionale e locale, tra essi la senatrice Maria Stella Gelmini, in particolare sulla opportunità di una nuova presenza organizzata dei cattolici liberali nell’attuale offerta politica.
Hanno concluso la giornata le riflessioni del costituzionalista Fabio Giuseppe Angelini, che ha tracciato prospettive e contenuti per un rinnovato impegno civico e programmatico nel solco dell’insegnamento sturziano.
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