Sfoglia la rivista

Italia > Storie di sport

La perseveranza di Matija

di Marco Catapano

- Fonte: Città Nuova

Un traguardo inseguito per un’intera carriera. Che sembrava non doversi realizzare mai. Invece…

tennis Matija
(Foto: Pixabay)

Delray Beach è un comune degli Stati Uniti d’America, situato nella contea di Palm Beach, Stato della Florida. Conta circa 65.000 abitanti, che diventano molti di più quando, come avviene ogni anno dal 1999, in città si svolge il Delray Beach Open, un torneo di tennis maschile che si disputa su campi in cemento. Non stiamo parlando certo di uno dei tornei più importanti del circuito internazionale, ma nel suo albo d’oro figurano anche vincitori di prove del Grande Slam come l’australiano Lleyton Hewitt, l’argentino Juan Martin del Potro o il croato Marin Cilic. A meno di mezz’ora di distanza di macchina da Delray Beach c’è West Palm Beach, comune un po’ più grande (oltre 100.000 abitanti), dove lavora un croato che nel tennis ha provato a sfondare, ma senza particolare successo.

Parliamo di Matija Pecotic, nato a Belgrado il 3 luglio del 1989, mancino, che è entrato a far parte del circuito professionistico nel 2014. Alcuni buoni risultati ottenuti in tornei “minori” lo portano a sfiorare la duecentesima posizione della classifica mondiale al termine dell’anno successivo. Poi, però, una serie di “imprevisti” lo allontana dal sogno di poter fare un ulteriore salto di qualità. Primo di questi “contrattempi”, un’operazione allo stomaco con alcune complicazioni che lo costringono a restare ricoverato in ospedale addirittura per otto mesi. Nel frattempo Matija, in precedenza già laureato a Princeton – una delle migliori università degli Stati Uniti che si trova nel New Jersey –, decide di prendere una seconda laurea e viene accettato alla Business School di Harvard.

Gli studi vanno bene, ma la passione per la racchetta non si spegne del tutto. Così, dopo gli anni passati sui libri di economia, decide di darsi un’altra possibilità nello sport. «Mi sono detto: “Sai una cosa? Mi darò 12 mesi nel circuito. Se arrivo al numero 250 continuerò ad andare avanti”». Il tentativo sembra andare a buon fine, e le vittorie in diversi tornei Itf (tornei che non fanno parte del circuito maggiore ma che sono gestiti direttamente dalla federazione internazionale del tennis) lo portano a scalare la classifica mondiale arrivando fino alla trecentoventesima posizione. Poi però arriva il Covid che ferma l’attività per diversi mesi, e frena nuovamente le ambizioni di sportive di Matija. A quel punto inizia a lavorare nel settore della finanza, e anche se di tanto in tanto continua a giocare per diletto si rende conto che il tennis non potrà mai essere la sua “prima” professione.

Qualche settimana fa, al via del torneo di Delray Beach edizione 2023, il ragazzo croato si presenta per prendere parte alle qualificazioni. Troppo allettante l’occasione di partecipare ad un torneo così prestigioso che si disputa proprio a due passi da dove lavora. Certo, a trentatré anni, precipitato al numero 784 del mondo, pensare di fare bene è difficile. Eppure nel primo turno batte lo statunitense Stefan Kozlov, e nel secondo ha la meglio dell’altro atleta a stelle e strisce Tennys Sandgren. Per lui, quando ormai sembrava impossibile anche solo pensarlo, arriva così la prima qualificazione della carriera per poter prendere parte ad un incontro del tabellone principale di un torneo Atp. «Ho dovuto lasciare prima il mio lavoro. Ho inviato una e-mail a tutti i colleghi e per fortuna il mio capo mi ha concesso un permesso straordinario per giocare».

tennis

Jack Sock (AP Photo/Lynne Sladky)

Il sogno di una vita finalmente si realizza. Di fronte però, in quel match cui aspirava a giocare da tantissimo tempo, c’è un avversario di un calibro diverso dal suo. Jack Sock, infatti, è un tennista di talento, bravissimo in doppio (specialità in cui vanta anche due vittorie a Wimbledon), ma che negli anni si è distinto anche in singolare conquistando quattro titoli Atp (in particolare nel 2017, anno in cui è arrivato fino all’ottavo posto del ranking mondiale, ha vinto un torneo Masters 1000 e si è qualificato per le Atp Finals dove è arrivato in semifinale). Dopo aver perso il primo set, come da pronostico, Matija prende sempre più fiducia e alla fine si aggiudica il match con lo score finale di 4-6 6-2 6-2. «Certamente non mi aspettavo di vincere, ma non sono entrato in campo rassegnato e pensando che non avrei avuto alcuna opportunità di successo. Chiaramente non sentivo di avere tante possibilità, dovevo essere realistico. Sarebbe stato arrogante da parte mia poter solo pensare di entrare in campo convinto di ottenere una vittoria».

Alla fine il successo è arrivato, ed insieme è arrivata anche una delle più belle pagine di sport dello scorso mese di febbraio. Una vittoria, per il croato la prima nel circuito Atp a un’età in cui molti dei suoi colleghi sono già sul viale del tramonto agonistico, che è di sprone un po’ per tutti. Perché, per citare una frase motivazionale particolarmente accattivante: “Non dobbiamo mai arrenderci: rischieremmo di farlo proprio un’ora prima del miracolo.

__

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

Riproduzione riservata ©

Esplora di più su queste parole chiave
Condividi

Ricevi le ultime notizie sul tuo WhatsApp. Scrivi al 342 6266594