La nuova religiosità

Un'intervista a Massimo Introvigne

Il panorama religioso odierno è assai diverso da quello d’alcune decine d’anni fa. Vecchi schemi – vecchi anche soltanto di qualche anno – sono facilmente superati. Negli anni ’70 – e nella prima parte degli anni ’80 – il tema dominante era quello della crisi della religione. La tesi della secolarizzazione postulava che, con l’avanzare della mentalità scientifica, nelle società industriali avanzate ci

sarebbe stata sempre meno religione. Le cose non sono andate proprio così: dalla metà degli anni ’80 si è verificata una vera e propria inversione di tendenza. Oggi si parla del «ritorno del religioso», si prospetta una «rivincita di Dio», si profetizza addirittura la fine della secolarizzazione. La nuova religiosità assume forme varie e complesse, proponendo spesso sincretismi che inglobano elementi contraddittori: si assiste da un lato ad un rinato interesse per il «sacro», ma dall’altro al rispuntare di vecchie eresie che possono essere identificate come neo-gnostiche e neo-pelagiane. In quest’ottica s’inserisce il fenomeno delle sette e dei Nuovi Movimenti Religiosi (NMR). Su questo tema, l’Autore ha intervistato Massimo Introvigne, direttore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e uno dei massimi esperti del fenomeno «nuova religiosità». 

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