La crocifissione, il supplizio più infamante per i romani è diventato attraverso Gesù, mezzo di salvazione per tutti gli uomini.
«L’annuncio della croce di Cristo trova la sua sensatezza non nei discorsi umani, ma nella sapienza di Dio, che chiama i credenti ad aderire al mistero della croce. "La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio" (1 Cor 1, 18).
Questa proclamazione, così sconvolgente, non può essere costruita e compresa con un discorso sapiente, tipico del mondo intellettuale" (…).
E’ scandaloso pensare a un Dio che si fa mettere in croce, per la salvezza del mondo: non è possibile la morte di Dio! E’ stolto pensare a un Dio che si fa mettere in croce, per la salvezza del mondo: Dio possiede infinite possibilità!
Solamente chi comprende la logica del Vangelo si situa nel mistero della morte e della resurrezione di Cristo e dà alla croce il suo vero valore: l’amore senza misura di Cristo per l’umanità lo spinge a offrire liberamente la sua vita per la salvezza di molti.
Questo chiede al credente cristiano di aderire a questa logica, se vuole essere in vera comunione con Cristo. L’adesione alla logica del vangelo necessita di stare alla scuole di Gesù, alla scuola del crocifisso "scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani", ma potenza e sapienza di Dio per i cristiani».
(Giuseppe Di Luca, E se Gesù non fosse stato crocifisso?, Città Nuova 2009)