La Liguria favorisce l’azzardo?

Aumentano costantemente le vittime delle macchinette mangiasoldi. La legge regionale 17/2012 non è mai stata applicata sul serio. Un flash mob sotto il palazzo della Regione, organizzato dal movimento “Mettiamoci in gioco”, per spingere ad applicare il recente testo d’intesa firmato nella Conferenza Stato-Regioni

Organizzato dal movimento “Mettiamoci in Gioco” ieri sera si è svolto un flash mob sotto il palazzo della Regione Liguria in centro città a Genova. Tra i turisti infreddoliti e i tanti curiosi attirati dai cartelli di protesta, il flash mob, ha riunito associazioni, rappresentanti di Enti locali, personale dei SeRT, e tanti privati cittadini che a vario titolo sono impegnati nel contrastare gli effetti del gioco sulla salute, sulla legalità, sull’economia delle famiglie per chiedere il rispetto degli impegni assunti con la legge 17 del 2012 che regolamenta l’apertura delle sale scommesse, slot machine e videopoker a distanza ravvicinata da scuole, chiese e negozi.

«Abbiamo costanti aggiornamento sull’aggravarsi della situazione – ha denunciato Chiara Volpato, referente del movimento – e le associazioni più direttamente coinvolte, come la Caritas, il Centro anti usura e quelle che aiutano chi finisce sulla strada, ci dicono che ogni giorno aumenta il numero delle vittime, specie tra gli anziani e i minorenni. Crediamo sia giunto il momento di prendere una posizione chiara».

Per Stefano Busi, referente per la Liguria dell’associazione Libera «i segnali negativi crescono ogni giorno, dobbiamo ricordare che il gioco d’azzardo muove ogni anno interessi per quasi 100 miliardi di euro. È chiaro che qualcuno non vuole limitare questo mercato in costante crescita che genera introiti miliardari, ma dobbiamo pensare alle famiglie che si sfasciano, alle persone che si rovinano giocando e che perdono il lavoro, la casa, gli affetti»

A suscitare la protesta l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rixi, che aveva fatto sapere alcuni giorni fa, che la legge 17/2012 che avrebbe dovuto limitare le sale imponendo una distanza minima di 300 metri da luoghi sensibili come chiese o scuole e il divieto di pubblicità, non entrerà mai in vigore. «Una situazione inaccettabile – secondo Chiara Volpato, portavoce del coordinamento che riunisce decine di associazioni cittadine schierate contro l’azzardo –. Per mesi la Regione ha preso tempo per poi fare un passo indietro e provare a rilanciare persino la pubblicità delle sale slot. Senza la vecchia legge noi non saremo disposti a collaborare».

La mobilitazione aveva lo scopo di difendere le conquiste ottenute con la legge regionale 17/2012, che se fosse stata applicata il 2 maggio 2017, come inizialmente previsto, avrebbe già comportato una seria regolamentazione per gli esercizi commerciali dotati di macchinette: «Per Genova – commentano gli organizzatori – avrebbe significato l’eliminazione del 90% delle slot dai locali commerciali. Le associazioni che si riconoscono nel coordinamento regionale di “Mettiamoci in Gioco” hanno sempre ritenuto che la proroga di un anno per l’applicazione della legge 17/2012 e la volontà da parte della giunta regionale di introdurre delle modifiche, fossero un espediente per vanificare qualsiasi vera regolamentazione del settore. È ora di dimostrare che invece si vuole fare meglio e velocemente al di là degli spot pubblicitari».

La legge regionale 17/2012, infatti, per i promotori del flash mob, è già funzionale agli obiettivi che si è data recentemente la Conferenza Stato-Regioni con l’elaborazione del testo d’intesa sul gioco d’azzardo (contenimento del fenomeno dell’azzardo e del suo impatto negativo sulla salute pubblica e sulla legalità) ed è immediatamente applicabile. Tanto più che i tempi di elaborazione di una ulteriore legge che vada a introdurre elementi migliorativi sono lunghi. L’articolo 5 della suddetta intesa, infatti, recita: «Le disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione o Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno comunque ad esplicare la loro efficacia».

In questo senso ha operato, ad esempio, la Regione Piemonte che nei giorni scorsi ha dato seguito all’applicazione della propria legge (l.r. 9/2016) in materia d’azzardo. «Lo stesso articolo 5 del testo d’intesa, dunque, riconosce alle Regioni e alle Province autonome la facoltà di prevedere “forme maggiori di tutela per la popolazione”. Per questo riteniamo opportuno perfezionare la normativa regionale ed elaborare ulteriori disposizioni sulla scorta delle indicazioni fornite dal testo d’intesa, oppure da altre leggi regionali come ad esempio quella della Regione Lombardia (l.r. 21/10/13 nr.8). Queste sono le proposte che abbiamo formulato alla Regione Liguria e che intendiamo fare conoscere alla popolazione per ottenere urgentemente una risposta a questo fenomeno di dilagante malessere che investe le nostre città».

Nella città di Genova dove gli abitanti sono 583.601 con un reddito pro capite pari a 22.163 euro, ogni cittadino spende 949 nelle macchinette mangiasoldi. Gli apparecchi in città sono ben 3.852 pari a 6,6 ogni cento abitanti, l’assessore Rixi però ha precisato che entro aprile 2018, le slot presenti in Liguria diminuiranno del 30%, passando dalle attuali 10mila a 7050, frutto dell’accordo che la Regione ha siglato con il governo.

 

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