Jarl Magnus Riiber, per chi non lo conoscesse, è un campione norvegese di uno sport invernale che, nel suo Paese, ha un grandissimo seguito di pubblico. Parliamo della combinata nordica, nata proprio nella nazione scandinava, in cui i concorrenti gareggiano, nella stessa giornata, in due distinte discipline dello sci nordico: il salto con gli sci, e lo sci di fondo. Jarl Magnus, più nello specifico, è nato a Oslo venticinque anni fa e, nonostante la ancora relativamente giovane età, può già vantare un palmarès di assoluta eccellenza, in cui spiccano ben quattro titoli iridati(conquistati nelle edizioni dei campionati del mondo disputate a Seefeld nel 2019 e a Oberstdorf nel 2021), e altrettante Coppe del mondo generali (2019, 2020, 2021 e 2022). Insomma, dopo la prima vittoria nel circuito maggiore datata febbraio 2016 (allora aveva solo diciotto anni), con il tempo questo ragazzo ha cominciato a dominare il suo sport lasciando agli avversari solo “le briciole”.
Inutile dire che, per chi pratica una disciplina come la combinata nordica, il traguardo più ambito di un’intera carriera sia quello di conquistare una medaglia individuale olimpica. Riiber, alla sua prima presenza a cinque cerchi avvenuta a Pyeongchang (Corea del Sud) nel 2018, ha effettivamente vinto una medaglia d’argento, ma nella gara a squadre, mentre nelle due gare individuali ha ottenuto quel piazzamento che risulta così difficile da accettare per uno sportivo, quello che più fa male ad un atleta: il quarto posto, la cosiddetta “medaglia di legno”. Ovvio che, avendo praticamente dominato il quadriennio successivo, il campione norvegese guardasse ai Giochi di Pechino dello scorso febbraio come l’occasione per prendersi una rivincita. Tra gli addetti ai lavori, praticamente tutti erano pronti a scommettere in un suo “triplete d’oro” (nel programma olimpico si disputano infatti due prove individuali, una con salto dal trampolino piccolo e una da quello grande, oltre ad una prova a squadre). Ma, alla fine, non è andata proprio così…
Poco dopo essere sbarcato nel Paese asiatico, infatti, Riiber è risultato positivo al Covid e, conformemente a quello che era il protocollo predisposto in quella occasione dalle autorità cinesi nel tentativo di cercare di far disputare i Giochi nella massima sicurezza nonostante la pandemia, è stato subito messo in quarantena. La sua Olimpiade è apparsa subito compromessa, considerato anche che, per uscire dalla quarantena tornare ad allenarsi e gareggiare, occorreva avere due test negativi consecutivi. I giorni passavano inesorabilmente, ma Jarl Magnus continuava a risultare sempre positivo. Il 9 febbraio, così, non ha potuto fare altro che assistere dalla sua camera d’albergo alla prima gara individuale, vinta dal tedesco Vinzenz Geiger. Poi, fortunatamente, proprio alla vigilia della seconda gara, in programma il 15 febbraio, è finalmente risultato negativo, ed ha quindi ottenuto il via libera per potervi partecipare. Il peggio, a quel punto, sembrava essere alle spalle. Invece…

Sconfitto il Covid proprio all’ultimo istante, nella prima parte di gara, quella dedicata al salto, l’atleta norvegese ha letteralmente sbaragliato la concorrenza con un salto lunghissimo (142 metri) che gli ha regalato, per la successiva prova, un vantaggio di ben quarantaquattro secondi sul secondo classificato. Un’enormità, soprattutto a questi livelli. La medaglia d’oro sembrava a quel punto vicinissima, e i primi chilometri della parte di gara riservata allo sci di fondo (in questo caso gli atleti devono percorrere 10 chilometri) sembrava effettivamente non lasciare molte chance ai suoi avversari. Purtroppo però, complice anche il fatto che nei giorni precedenti Riiber non si era potuto allenare molto sulla pista olimpica, al passaggio dei 2,5 chilometri accade quello che proprio non ti aspetti: Jarl Magnus, all’entrata nello stadio, sbaglia strada, dirigendosi verso il traguardo anziché seguire il percorso predisposto per iniziare il secondo dei quattro giri del circuito. Una disdetta. Una cosa che accade davvero raramente e che, peraltro, gli era già capitata appena diciottenne in una gara disputata a Lathi, in Finlandia, quando entrò nella parte sbagliata dello stadio.
Il norvegese ci mette qualche secondo a capire quello che sta realmente succedendo, e per tornare nel punto giusto della pista perde tutto il vantaggio precedentemente accumulato. Poi, disorientato, si disunisce e chiude la prova con un deludente (per un atleta del suo calibro) ottavo posto, in una gara vinta dal suo connazionale Joergen Graabak. Un “fallimento”, sportivamente parlando, veramente difficile da accettare. Sì, davvero un “brutto colpo”, tale da pregiudicare anche la sua convocazione per la successiva prova a squadre. Nonostante tutto, Riiber nei mesi scorsi, ha comunque ricominciato a prepararsi per la nuova stagione, che ha preso ufficialmente il via lo scorso settimana in quel di Ruka, piccolo villaggio di montagna finlandese. Qui, dopo un quattordicesimo posto nella gara d’esordio, che aveva subito messo in allarme i suoi numerosissimi fans, Jarl Magnus ha trionfato nelle due successive gare, stabilendo nel contempo il record assoluto di vittorie in gare individuali di coppa del mondo: 51. Mai nessuno, nella combinata nordica, era arrivato a tanto.
Un famoso proverbio popolare dice che «la vita è per il 10% cosa ti accade, e per il 90% come reagisci». Il campione norvegese, lasciata alle spalle la grande amarezza per l’ennesima Olimpiade “sfortunata”, ha decisamente reagito alla grande, ed ha ripreso il suo cammino. Facendo, quello che gli riesce meglio: gareggiare… e vincere.
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