La gioia e le lacrime nello sguardo di misericordia

La sala Teatina del Centro Internazionale “Giorgio La Pira”, fulcro di dialogo e di unità, ospita fino all’11 dicembre 2015, la mostra del pittore francese Michel Pochet
pochet

Grandi tele, appese come arazzi, si alternano fra pareti e colonne, raccontando una storia di Misericordia. Michel Pochet, vive e lavora a Rocca di Papa, al “Centro Maria”, che promuove l’arte in comunione. Un’arte che nasce dalla relazione con l’altro, che è frutto di comunione. Pochet presenta le sue grandi tele a soggetto religioso, che entrano nel panorama dell’arte sacra contemporanea: icone moderne che, attraverso il colore deciso e il segno marcato, danno vita a un’iconografia cristiana ricca di elementi antichi e nuovi. Quattro simboli ricorrono fra le tele, chiavi di lettura di una pregnante spiritualità: il Grande volto, le Lacrime, i Pesci, il Cuore.

Michel Pochet, in occasione della prima presentazione di questa mostra a Latina, ha affidato ai bambini il compito di svelarne il senso, vivendo un’esperienza di incontro fra artisti e fra generazioni. Settantatré bambini, tre classi seconde della scuola primaria, hanno partecipato a tre laboratori (arte del vetro, ceramica e pittura) guidati da tre artisti (Antonino Casarin, Nicoletta Piazza e Riccardo Chirici) delle rispettive discipline, che hanno dato il loro tempo e il loro talento per mettere in luce l’opera di un altro artista. I bambini hanno analizzato i quattro simboli attraverso le loro mani e i loro occhi “non assuefatti e capaci di comprendere l’essenza delle cose” (Kandinsky).

I loro piccoli lavori, sono una preparazione alla mostra, un percorso propedeutico alle grandi tele: svelano il significato, indicano la strada per entrare nell’opera d’arte. Il soggetto principale della mostra: “Dio Misericordia”, è legato strettamente al Giubileo della Misericordia.

Il grande volto, espressione della Trinità, presenta un Dio inedito, un Dio che piange, ”In quelle lacrime è tutto l’amore di Dio” (Francesco, omelia a Santa Marta, 29 ottobre 2015). Fra le pareti della sala Teatina, scopriamo le scene e le parabole della misericordia (“L’adultera”, “Il figliol prodigo”, “Il bel pastore”, “Il samaritano”) che incastonano i racconti evangelici nella contemporaneità. Il corpo del “Sempre flagellato”, dell’“Ecce Homo”, i volti della “Stabat Mater” e del “Consummatum est”, mostrano la via da percorrere insieme a papa Francesco, la kenosi necessaria. L’artista svela il centro della sua ricerca estetico-spirituale che parte dallo svuotamento di sé, dalla dinamica trinitaria del perdersi nell’altro per amore, in cui la stessa ispirazione diventa frutto di una comunione. Michel si lascia portare perché “ha imparato a permettere allo spirito del fanciullo di guidare il suo pensiero e la sua mano nell’espressione della gioia che noi sentiamo, nonostante le lacrime, in queste opere”  (Timothy Verdon, presentazione mostra Firenze 18 novembre 2015).

Il Grande volto, le Lacrime, i Pesci, il Cuore che affiorano dalle grandi tele della sala Teatina “entrano nella nostra anima, e contribuiscono a plasmare la nostra vita”(T. Verdon).

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