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Storie > Ti racconto una storia

La gioia di vivere

di Fernando Muraca

- Fonte: Città Nuova

Senza la gioia, vivere diventa spesso un atto di volontà

Illustrazione di Francesco Frascella

Da qualche giorno mi è entrata in casa una gran voglia di vivere. All’inizio mi sono stupito, non capivo perché al mattino riuscivo ad alzarmi con tanto slancio. Poi, mi sono reso conto che non è successo per un colpo di fortuna. La gioia è impalpabile, un dono si direbbe, ma è come una fonte d’acqua zampillante, viene dal di dentro.

Da qualche tempo, infatti, ho iniziato un cambio deciso del mio stile di vita, perché m’ero reso conto di dov’ero scivolato vivendo alla meno peggio…

Nasciamo limpidi, come un fazzoletto di terra rigogliosa e piena di vita. Col passare degli anni ci capitano tante cose e non ci accorgiamo che quella terra incontaminata delle origini si trasforma in una discarica. Gli scarti di ciò che non abbiamo avuto il coraggio di dire o fare, rimangono senza cura e, poco alla volta, si decompongono e impregnano il terreno interiore. La gioia cristallina che trasuda fuori di noi nell’infanzia, s’insozza e, lentamente ma in modo inesorabile, l’umore s’inscurisce.

Senza la gioia, vivere diventa spesso un atto di volontà, un fardello pesante da portare perché, ai nostri errori, si somma il dolore che viene da cause imprevedibili che non possiamo contenere. Dopo averne preso coscienza, ho iniziato a raccogliere e differenziare i rifiuti che ho lasciato accumularsi nell’anima. Per darmi uno scossone e vincere la pigrizia e la paura che causano i cambiamenti, visto che sono credente, sono entrato in un piccolo confessionale di periferia. Lì ho trovato un giovane sacerdote indiano che, senza saper usare gli articoli della nostra lingua, mi ha preso per mano e fatto vedere, anche emotivamente, che potevo ricominciare. Che non è mai troppo tardi per farlo.

Dopo questo primo passo ho messo mano alle relazioni, una ad una, mettendo a fuoco amori e amicizie su cui avevo lasciato cadere la polvere. Il più delle volte era avvenuto per incuria, senza cattive intenzioni, senza grossi errori che avevano compromesso le cose.

Eppure quello strato di sudiciume aveva reso poco vitali e accattivanti gli scambi con le persone che avevo vicine.

Sono bastate poche settimane di questa cura e, tatatam, ho sentito che qualcosa stava cambiando. Così, a piccoli passi (ma costanti!), mi è tornata la voglia di vivere. Avevo provato con i gratta e vinci e le slot machine, ma lì non l’avevo trovata. Avevo tentato anche con cose più brutte su cui è meglio stendere sopra un velo pietoso.

Cercavo fuori espedienti per quello che mi mancava dentro. Ora una parte delle mie energie, con fiducia, la uso per assicurarmi di non inquinare me stesso e il mondo. Non mi lascio scoraggiare dal fatto che non tutti fanno come me. La fiducia è come una torta, lievita se la tieni al caldo!

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