La fantasia della carità

Il cardinale Tettamanzi ha incontrato i volontari che sostengono il Fondo famiglia-lavoro a Milano. Un'occasione per fare un bilancio di questa proficua iniziativa nata a fine 2008
tettamanzi

Il cardinale Tettamanzi ha voluto incontrare e salutare nei giorni scorsi i volontari che hanno animato l’iniziativa del Fondo famiglia-lavoro, e fare con loro un primo bilancio dell’iniziativa che il 31 dicembre terminerà la sua missione.

 

Nata nella notte di Natale del 2008 con il suo primo personale investimento di un milione di euro, quell’intuizione profetica, nell’arco di due anni e mezzo, si è trasformata in realtà. Le domande raccolte sono oltre 9 mila: nel 56 per cento dei casi presentate da stranieri, le rimanenti da famiglie italiane perlopiù con figli. Si tratta soprattutto di persone improvvisamente trovatesi senza uno stipendio, nel 61 per cento dei casi costretti a vivere con meno di 500 euro al mese.

 

Grazie all’impegno di circa 700 operatori attivatisi in Diocesi, sono state 8.500 le domande esaminate e 6.317 le famiglie aiutate con un contributo medio di 1.951 euro. Sono 12.460.000 gli euro raccolti tra privati cittadini, parrocchie, Fondazione Cariplo, già tutti erogati. A oggi attendono il contributo almeno 500 famiglie. Questo il motivo di un appello per la richiesta di altri 2 milioni di euro.

L’incontro organizzato da Tettamanzi ha fatto conoscere tantissime “storie” legate al fondo. Episodi commoventi che sono stati  raccolti in una pubblicazione, che resterà a testimoniare questa iniziativa straordinaria della Diocesi. Ringraziando tutti  i presenti, il cardinale Tettamanzi ha ammesso di desiderare «altri occhi per raggiungere, non tanto il volto, ma il cuore di persone e famiglie che, nonostante gli sforzi, sono ancora alle prese con il loro problema e la loro disperazione».

 

Ma occorre avere «occhi che guardano al futuro. Dal Fondo sono nate altre possibilità e cammini di servizio per le situazioni di difficoltà e miseria». Tettamanzi ha ricordato un passaggio della lettera di Giovanni Paolo II per il Giubileo del 2000: «È l’ora di una nuova fantasia della carità, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nelle capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito come fraterna condivisione».

 

Proprio questo rapporto personale «è quanto di più prezioso noi abbiamo potuto raccogliere in questi mesi che sono alle nostre spalle», ha continuato il cardinale. Un applauso sincero è scattato quando il cardinale ha detto: «Sono stato criticato perché ero attento ai poveri, agli ultimi, agli stranieri. Cosa curiosa, perché contemporaneamente si diceva che come vescovo disattendevo al compito fondamentale che è l’annuncio del Vangelo».

 

Tettamanzi ha sottolineato che «i volontari sono i veri protagonisti del Fondo. Si chiude un’esperienza che ci fa guardare in avanti per continuare il cammino di solidarietà… Il mio desiderio non è solo di avere occhi per voi, ma anche per le famiglie da voi aiutate e per quelle in attesa di un aiuto adeguato, e soprattutto occhi che guardano al futuro. Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie a Milano è l’occasione provvidenziale, forte, stimolante, perché si cammini su questa strada».

 

Nel saluto finale ha ricordato che il Vangelo «è la carità delle parole che passa attraverso la carità delle opere». Alla fine della nostra vita «ci verrà ricordato il passo di questo Vangelo: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi».

 

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