La comunità e il nemico. Teodicea e teologia politica in Hegel

   

 

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Hegel presents his philosophy of history as a reformulation of Leibniz’s “theodicy”, a justification of evil in history from the point of view of Reason. This legitimation of the negative renders Hegelian providence radically different from Christian providence. If good presupposes evil then even the formation of the ethical community presupposes the dialectic of the negative. The state arises to overcome the internal enemy - the individualistic atomism of the economic sphere, and the external enemy - all the other states. War with the external enemy is the tool through which the internal ethic is reconstituted. In this way Hegelian theodicy is nourished on the friend-enemy dialectic which constitutes political theology’s form for Carl Schmitt.

Hegel presenta la sua filosofia della storia come una riformulazione della “teodicea” di Leibniz, una giustificazione del male nella storia dal punto di vista della Ragione.  Questa legittimazione del negativo rende la Provvidenza hegeliana radicalmente diversa da quella cristiana. Se il bene presuppone il male allora anche il formarsi della comunità etica presuppone la dialettica del negativo. Lo Stato sorge nel superamento del nemico interno, l'atomismo individualistico della sfera economica, e di quello esterno, l'insieme degli altri Stati. La guerra con l'avversario esterno è lo strumento attraverso cui ricostituire l'eticità interna. In tal modo la teodicea hegeliana si nutre della dialettica amico-nemico che, per Carl Schmitt, costituisce la forma della teologia politica

 

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