La “cellissima”

La violoncellista tedesca Maria Kliegel incanta l'Auditorium della Conciliazione a Roma con il Concerto per violoncello e orchestra di Edward Elgar.
maria kliegel

La chiamano così, gli affezionati, la violoncellista tedesca Maria Kliegel. Interprete di razza, pluripremiata, decisa anche nell’impegno umanitario come dimostra il suo Omaggio a Nelson Mandela per violoncello e percussioni africane, l’artista si è esibita l’11 gennaio all’Auditorium Conciliazione a Roma. Guidava l’Orchestra Sinfonica il turco Emin Guven Yaslican, direttore corretto, dal gesto che ricorda Karajan.

 

La Kliegel ha eseguito il raro Concerto in mi minore per violoncello e orchestra dell’inglese Edward Elgar. Il brano, composto nel 1919 sotto l’infuriare della prima guerra mondiale da un musicista che se n’era fuggito in campagna, risente della drammaticità del momento. È cupo, poco brillante. Anzi, il virtuosismo dello strumento sottolinea aspramente le tensioni interne dell’autore, con oscillazioni di tonalità, alternanza di pizzicati e arcate violente e tenebrose. La Klugel ovviamente ha affrontato il brano con assoluta sicurezza, suscitando il consenso del pubblico, per il quale ha poi eseguito come bis una sonata di Bach, delicata, contrastante con la dolorosa musica di Elgar.

 

Nella serata l’orchestra ha poi eseguito la Terza sinfonia di Borodin, pezzo d’effetto del musicista russo. Vivacità ritmica, magia di colori scintillanti tra melodie popolari e tradizione sinfonica occidentale, fanno di questa sinfonia un’occasione di ascolto distensivo, felice si direbbe, dopo le cupezza del violoncello di Elgar.

 

 

Per saperne di più: N. Berberova, genio e sregolatezza. Aleksandr Borodin. Passigli, 1993.

J. Harper, Edward Elgar. Cambridge Press, 2009.

 

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