La bellezza

Amore e bellezza sono sinonimi, non nel senso superficiale che si intende comunemente, ma in quanto la bellezza è l'irraggiamento dell'amore e l'amore la sua sostanza, nutrita dal dono della vita. Una riflessione su Maria, la piena di grazia

Maria è assunta in cielo, la festa è passata da una settimana. Forse il 15 agosto eravamo un po' distratti sulle montagne, le spiagge, le code sulle autostrade e non abbiamo avuto il tempo e la voglia di guardare verso l'alto. Possiamo ora ricuperare, ripuntando gli occhi su di lei.

 

Maria sale in cielo, ma non fugge la terra. Mai l'ha fuggita. Sale col corpo, che sempre ha amato. Il corpo di Maria che entra in cielo con quello di Gesù è la vittoria dell'umanità in tutta la sua integralità. La verginità di Maria non è mai stata rinuncia al corpo, ma trasfigurazione nell'amore.

 

Maria è bella anche nel corpo, abbiamo diritto di pensare che è stata la donna più bella mai esistita: suo Figlio aveva buon gusto e poteva farsela come voleva. E se l'è voluta accanto a sé in cielo per riempirsi gli occhi di lei.

 

La famosa frase di Dostoevskij: "Quale bellezza salverà il mondo?”, che è una domanda non un'affermazione, trova in Maria (e, prima ancora, in Gesù) la risposta. Salvezza di tutto l'uomo, anima e corpo – e del creato. Che consiste nell'armonia fra tutti gli elementi senza prevalenza di uno sull'altro, senza “mortificazione” del corpo come nemico dell'anima, senza “vittoria” dell'anima sul corpo, ma in unione sponsale in cui l'uno è trasparenza dell'altra e questa gode che i sensi cantino la loro canzone. 

 

Bellezza di una creatura – Maria – che ha realizzato pienamente il progetto dell'artista divino su di lei; “riempita di grazia”, l'ha chiamata l'angelo, dandole così il nome. Che è riempita e che si è lasciata riempire e così ha fatto affiorare il sorriso di compiacimento sul volto di Dio. In questo è “salva” e indica a tutti noi la risposta alla domanda del grande scrittore russo.

 

Cioè, in fondo, coltivare il buon gusto, dentro di noi e fra noi. Il cattivo gusto è una vittoria del demonio e genera malo uso delle cose, mancanza di fantasia e creatività, libertinaggio (e non libertà), chiusura su se stessi, indifferenza, e chi più ne ha più ne metta. Buon gusto invece è pace con se stessi, scelta di ciò che vale, serenità (anche humor), gratitudine, voglia di fare, valorizzazione degli altri e del mondo. In una parola, amore. Perché amore e bellezza sono sinonimi, non nel senso superficiale che si intende comunemente, ma in quanto la bellezza è l'irraggiamento dell'amore e l'amore la sua sostanza, nutrita dal dono della vita.

Il mondo ha fame di bellezza, di Maria?

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons