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Kinshasa riprende le esportazioni di cobalto

di Armand Djoualeu

Dopo molti mesi di blocco delle esportazioni di cobalto, al fine di farne rialzare il prezzo, il Congo RdC, ha riaperto i mercati immettendo quantità controllate del prezioso minerale, indispensabile per la produzione di batterie per veicoli elettrici.

Veduta aerea del Parco Nazionale Garamba, nella Repubblica democratica del Congo. ANSA / UNESCO +++NO SALES – EDITORIAL USE ONLY+++

La Repubblica Democratica del Congo (RdC) ha annunciato in questi giorni di fine dicembre la ripresa delle esportazioni di cobalto, dopo averle congelate il 22 febbraio 2025, inizialmente per un periodo di quattro mesi, per contrastare il crollo dei prezzi. Il governo congolese aveva giustificato il blocco delle esportazioni come un modo per “stabilizzare il mercato del cobalto (…) a fronte di un eccesso di offerta”.

I prezzi, che erano diminuiti di quattro volte in tre anni, avevano raggiunto il livello più basso degli ultimi otto anni.

La strategia di blocco delle esportazioni, gestita dalla “Autorità di Regolamentazione e Controllo dei Mercati delle Sostanze Minerali Strategiche” (Arecoms, un ente statale congolese), sembra aver avuto successo. “Il prezzo del cobalto è salito da 22 mila dollari la tonnellata, a 54-55 mila dollari”, ha dichiarato il Ministro delle Finanze Doudou Fwamba. Che ha aggiunto: “Come possiamo essere il fornitore principale  del 70% di questo prodotto strategico senza influenzare la formazione dei prezzi?”.

Dopo otto mesi di sospensione delle esportazioni, che ha ottenuto l’effetto desiderato, le autorità hanno cercato di regolamentare meglio la ripresa degli scambi. Una decisione del 10 ottobre ha stabilito limiti al volume delle esportazioni per il quarto trimestre 2025: per il periodo dal 16 ottobre al 31 dicembre la quantità esportabile è stata fissata a 18.125 tonnellate.

La RdC è infatti il principale produttore mondiale di cobalto, e nel 2024 ha fornito quasi il 76% della produzione globale, ovvero 220 mila tonnellate, secondo United States Geological Survey (Usgs), l’organizzazione di ricerca senza responsabilità normativa del Dipartimento degli Interni Usa.

Ricordiamo che il cobalto è essenziale per la produzione di batterie per veicoli elettrici, la cui domanda è aumentata vertiginosamente negli ultimi due decenni. Secondo Commodity Insights, la domanda globale di cobalto nel settore delle batterie dovrebbe raggiungere le 142.803 tonnellate nel 2025, e 154.891 tonnellate nel 2026.

Nonostante la ricchezza mineraria del suo sottosuolo, la RdC rimane tra i paesi meno sviluppati, con una popolazione prevalentemente povera e un settore minerario cronicamente afflitto da corruzione, contrabbando e sfruttamento illegale.

Secondo gli esperti, il cobalto artigianale, che rappresenta dal 3 al 5% della produzione complessiva, continua ad essere associato a violazioni dei diritti umani, nonostante gli sforzi normativi adottati dal governo di Kinshasa. L’estrazione e produzione di cobalto è concentrata nel Katanga, la regione più meridionale della RdC, che dal 2015 è suddivisa in 4 provincie. Il Katanga, pur essendo la regione mineraria più importante del Congo (RdC) è stato fino ad ora risparmiato dal conflitto armato che sta devastando le province minerarie del Congo orientale, del Nord Kivu e del Sud Kivu, che si trovano ad oltre mille km di distanza, e dove il gruppo M23, sostenuto dal Ruanda, controlla vasti territori.

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