L’Italvolley è nella storia, e che bella storia! Gli azzurri del volley seguono le orme delle colleghe e le accompagnano sul tetto del mondo dopo aver battuto la Bulgaria in finale.
Il percorso: dallo scoglio belga ai temibili polacchi
Le domeniche sportive ci stanno regalando solo gioie in questo periodo: dai trionfi dell’atletica e del tennis nella BJK Cup della scorsa settimana, al medagliere mondiale del nuoto paralimpico, ad un ritrovato Bagnaia nella gara che ha incoronato Marquez campione del mondo fino ad arrivare ad un Volley che non sa più cosa inventarsi per stupirci. E andiamo a quest’ultimo perché, in una domenica bestiale in cui le emozioni si sono susseguite sin dalle prime luci dell’alba, una scelta è d’obbligo e la scelta di oggi va ad uno sport che sta vivendo un periodo d’oro per l’Italia, va a dei ragazzi che stanno scrivendo la storia.
Ripercorriamo, quindi, il cammino degli azzurri dall’inizio di questo mondiale fino alla festa al termine della finale.
Nelle Filippine, gli azzurri arrivano da campioni in carica (dopo il titolo conquistato nel 2022) ma a testa bassa, con molta umiltà e un pizzico di amarezza per l’infortunio che ha lasciato a casa Daniele Lavia a poche settimane dalla partenza. Gli azzurri arrivano, però, anche consapevoli delle loro possibilità dopo l’argento alla Volleyball Nations League, nella finale persa contro la Polonia.
Nella fase preliminare, a gironi, la formazione di Ferdinando De Giorgi avrebbe potuto fare meglio: dopo aver battuto Algeria e Ucraina, la formazione tricolore perde, infatti, la partita contro il Belgio.
Nella fase a eliminazione diretta, però, la squadra si risveglia e mostra uno spirito diverso rispetto. Giannelli e compagni sistemano i dettagli, perfezionano il muro e la difesa, e scendono in campo mostrando più carattere e più coraggio. E così, con questo nuovo spirito, riprendono la loro scalata battendo con scioltezza l’Argentina agli ottavi e prendendosi la rivincita contro il Belgio ai quarti. In semifinale, ecco poi arrivare i rivali più forti e temibili di questi anni: i polacchi contro cui, però, in realtà non c’stata storia. E quindi, eccoci di nuovo in finale.
La finale e la storia
Gli azzurri arrivano in finale da favoriti ma, comunque, la finale contro la squadra rivelazione del torneo, non si preannunciava di certo una passeggiata. La Bulgaria, infatti, si presenta in campo con una squadra con l’età media più bassa animata dai fenomenali fratelli Nikolov, lo schiacciatore laterale Aleksandar e il palleggiatore Simeon, nemmeno19enne, figli d’arte.
La finale ha inizio nel campo di Pasay City, nelle Filippine, con un primo set molto equilibrato in cui le due squadre si studiano e procedono punto a punto, con l’Italia a volte costretta a rincorrere. Il dream team azzurro dimostra subito di non avere intenzione di cedere neanche un millimetro, difendendo tutto quello che si può difendere. L’opposto Yuri Romanò, pescato dalla serie A2 per gli Europei del 2021, mette a terra 7 punti, con una percentuale di attacchi vincenti dell’88 per cento. Lo schiacciatore della Lube Civitanova Mattia Bottolo, che prima dell’infortunio di Lavia sembrava destinato al ruolo di riserva d’eccezione, ne sigla 5, di cui due ace. L’Italia si porta avanti di quattro punti, divario che porta avanti fino alla fine della prima frazione di gioco.
Nel secondo set gli azzurri partono forte, ma i bulgari non mollano la presa tenendosi sempre in agguato. L’Italia amministra, trova stabilità in Michieletto, capace di infondere sicurezza ai compagni, e nell’esperienza del vicecapitano Simone Anziani, il più anziano del gruppo. La svolta arriva sul 18-16, quando Romanò va al servizio e compie una vera e propria impresa: cinque ace di fila nel suo turno di battuta. Vinti due set, gli azzurri si rilassano un po’ e commettono qualche errore di troppo in ricezione, errori che portano gli azzurri a cedere il set ai bulgari con un parziale di 17-25.
Niente errori, però, nel quarto set. Durante il primo turno di servizio di Bottolo, con Michieletto in prima linea, l’Italia si porta subito avanti di sei punti (10-4), un vantaggio che aumenta via via fino al 20-10, quando torna al servizio lo schiacciatore della Lube. Si arriva presto al match point: Giannelli serve a centro Simone Anzani che schiaccia a terra il pallone della vittoria. Il parziale è già storia: 25-10.
L’Italia del volley maschile, allenata da Ferdinando De Giorgi, batte quindi la Bulgaria, guidata dall’ex ct azzurro Gianlorenzo Blengini, per 3 set a 1, aggiudicandosi il secondo mondiale consecutivo di questo gruppo capitanato da Simone Giannelli, il quinto degli uomini – dopo quelli del 1990, 1994, 1998 e 2022 – e il settimo totale per la Federazione italiana pallavolo che quest’anno segna una doppietta mai vista: l’oro iridato per le ragazze di Velasco del 7 settembre e, appena tre settimane dopo, ecco quello dei ragazzi. Ma non solo record nazionali perché osservando l’albo d’oro della pallavolo maschile, l’Italia è la seconda nazione più vincente dietro solamente all’Unione Sovietica che può vantare ben sei successi mondiali. E, dulcis in fundo, riconoscimenti anche per il nostro ct perché il coach De Giorgi, dopo lo stesso Velasco, diventa il secondo allenatore nella storia della nazionale maschile a conquistare due Campionati del mondo di fila e, dopo tre vittorie da giocatore, sale ora a quota cinque in carriera tra campo e panchina.
E non è finita qui perché gli azzurri fanno bottino pieno anche di premi individuali : Alessandro Michieletto è miglior schiacciatore e miglior giocatore del torneo; Yuri Romanò (22 punti nella finale) miglior opposto; Simone Giannelli miglior palleggiatore e Fabio Balaso miglior libero.
E, dopo un mondiale del genere, ha ragione Simone Giannelli, capitano dell’Italvolley maschile, a commuoversi dicendo: “Tre anni dopo, ancora un oro mondiale, penso che abbiamo davvero scritto la storia del nostro Paese”.
Ebbene sì, caro il nostro capitano, avete davvero scritto la storia, e che bella storia!