Invito a teatro

Dall'Olocausto al Bolero e ai Carmina Burana. Sui palcoscenici d'Italia una varietà di proposte
teatro

Le pietre dell’Olocausto

Creata nel 1996 a Tel-Aviv, da sei mimi specializzati nel teatro di strada, la compagnia Orto-Da fonda la sua ricerca artistica sullo studio di un linguaggio universale, fatto di mimica corporea, clownerie dark, danza e visual art. Lo spettacolo s’ispira al monumento che Nathan Rapoport ha scolpito nel 1948 in memoria delle vittime dell’Olocausto e dei resistenti del ghetto di Varsavia. Truccati sorprendentemente, in modo da rappresentare le figure del monumento stesso, gli attori, all’inizio immobili come pietre, si animano gradualmente sino a prendere vita. Proiettati nel XXI secolo, i personaggi intraprendono un viaggio intimo nelle coscienze e nel tempo, un viaggio poetico, nelle menti e nelle memorie, nel presente e nella storia. “Stones (Avanim)” di Yinon Tzafrir, drammaturgia di Yifat Zandani Tzafrir, regia di Yinon Tzafrir e Daniel Zafrani, scene Mlki Ben Knaan, luci Uri Morag, prodotto dalla compagnia Orto-Da, Progetto Internazionale del Teatro Stabile di Torino in occasione della Giornata della Memoria. A Torino, Teatro Gobetti, dal 19 al 24/1.

Il ballo di Sonia Bergamasco

Sonia Bergamasco interpreta la storia di Antoniette dall’omonimo romanzo di Irène Némirovsky“Il ballo”, pubblicato nel 1930. Qui l’autrice reinterpreta la fiaba di Cenerentola attraverso la storia del complesso e tormentato rapporto tra una madre egoista e ambiziosa Rosine e la figlia adolescente Antoinette. Al centro della vicenda lo sfarzoso ballo che Rosine, proveniente da una famiglia piccolo borghese arricchita, organizza in casa senza badare a spese, mossa da un irrefrenabile desiderio di rivalsa e affermazione sociale. Dal ballo viene esclusa però Antoinette la quale, dopo quattordici anni di mancanza d’amore, vivrà questo divieto come l’ultimo affronto e diverrà l’artefice di una spietata vendetta. Un tema doloroso venato di una corrente sotterranea di tenerezza. “Il ballo”, racconto di scena ideato e interpretato da Sonia Bergamasco.Produzione Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco.A Roma, teatro vascello, dal 22 al 31/1.

 

Adriana Asti e Bertolt Brecht

L’opera di Brecht è un immenso, inquietante, fascinoso e provocatorio diario lirico. Il teatro, la poesia, le canzoni, le schegge, i frammenti, le osservazioni lancinanti sul mondo e l’arte costruiscono una vera e propria biografia letteraria, culturale e sociale della prima metà del Novecento. Lo spettacolo che Adriana Asti dedica al 'maestro' vuole essere un omaggio alla sua arte. Uno sguardo sul 'secolo breve' tra immani tragedie e nuove concezioni del mondo e dell’umanità. “Il mare è blu. Jadasmeeristblau”, di Bertolt Brecht e Kurt Weill, direzione musicale Alessandro Nidi, al clarinetto Massimo Ferraguti, fisarmonica Nadio Marenco, luci Daniele Nannuzzi. A Prato, Teatro Metastasio, dal 21al 24/1.

 

Una favola nera di Philip Ridley

Cosa è disposta a fare una giovane coppia, in attesa di un figlio, per riuscire a garantirsi la casa dei propri sogni? Ollie e Jill, i protagonisti di questa storia perfidamente comica, vengono avvicinati dalla misteriosa Mrs Dee (Fata Madrina o Mefistofele?) che è a capo di una nuova divisione dell’amministrazione comunale: il Dipartimento per la Rigenerazione Sociale attraverso la Creazione di Case dei Sogni. Mrs Dee offre loro una casa a patto che si facciano caricodelle spese di ristrutturazione, e i due accettano. Ma ben presto si rendono conto di aver firmato una sorta di patto faustiano dove a farne le spese è la loro coscienza, della cui perdita però sembrano non dolersi troppo. Il romanziere, sceneggiatore, regista cinematograficoPhilip Ridley, con il tono leggero di una favola nera, ci mette di fronte al cinismo della società contemporanea. “Parassiti Fotonici”, di Philip Ridley traduzione e regia Bruno Fornasari, con Tommaso Amadio, Federica Castellini, Elisabetta Torlasco, scene Aurelio Colombo, costumi Erika Carretta, musiche originali  Massimiliano Setti. Produzione Teatro Filodrammatici. A Milano, teatro Filodrammatici, dal 21/1 al 7/2. Prima nazionale.

 

Il Bolero di Ravel e i Carmina Burana di Orff

Il Ballet Company di Gyor  porta in scena in un’unica serata il “Bolero” di Ravel e i “Carmina Burana” di Orff. Il Bolero creato da András Lukács per il Wiener Staatsballett nel 2012, è un lavoro senza trama, creato per dieci ballerine e dieci ballerini che danzando in grandi costumi neri, che, col personale linguaggio del coreografo, unisce il grottesco, elementi parodistici della danza ballroom e elementi di danza moderna portando il movimento da un livello monotono ad una progressiva crescita grazie al potere della musica, minimizzando i movimenti dei danzatori e aumentando il loro numero e, con un più frequente cambio di forme. Nei “Carmina Burana” la ruota della fortuna è il simbolo degli alti e bassi della vita umana con i suoi cerchi di tensione negli scambi tra uomo e donna, giovane e vecchio. Scambi che vengono rappresentati dalla coreografia di Youri Vàmos. Al Teatro Duse di Bologna, il 23/2.

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