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Intelligenza artificiale, l’Italia lancia la strategia nazionale

di Valter Marchetti

- Fonte: Città Nuova

Ventiquattro politiche per accelerare, nei prossimi tre anni, l’innovazione e le potenzialità dell’IA nel tessuto economico e sociale del Paese.  Deve passare dalla tutela dellvoro dei ricercatori la scelta attuata con il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (IA) 2022-2024

Abbiamo già parlato su Città Nuova (della nuova figura dell’Antronomo, una nuova  professione nata per salvaguardare la dignità umana all’interno della nuova condizione digitale; ed a proposito di condizione digitale, proprio in questi giorni è stato pubblicato il Programma strategico Intelligenza Artificiale ( AI)  2022-24, ispirato a cinque principi guida.

1.L’AI italiana è una AI europea. L’Italia deve sviluppare azioni comuni e coordinate affinché l’Europa possa raggiungere l’autonomia strategica necessaria per competere con tutti gli altri paesi del mondo. Per far ciò è necessario attivare una  cooperazione sulla gestione dei  dati e sull’infrastruttura informatica.

2.L’Italia sarà un polo globale di ricerca e di innovazione dell’AI. Occorre formare ricercatori e costruire una leadership strategica in ambito AI, rafforzando in Italia l’ecosistema di ricerca e di sviluppo sull’AI per generare innovazioni che siano all’avanguardia in questo ambito; a tal fine, il programma strategico prevede investimenti nella ricerca e nelle applicazioni di frontiera per sviluppare le metodologie e tecniche di IA di domani.

3.L’intelligenza artificiale italiana sarà antropocentrica, affidabile e sostenibile. L’economia non deve solo crescere ma deve anche essere inclusiva e sostenibile ( in linea con i principi costituzionali dell’art.3 nonché con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite); pertanto, lo sviluppo dell’AI deve essere incentrato sull’inclusione economica e sociale ma, soprattutto, sui diritti umani e sulla sostenibilità ambientale. Secondo il piano strategico 2022-24, l’AI deve essere progettata e implementata in modo responsabile e trasparente, così da rispondere alle sfide della società garantendo sicurezza in tutti i settori. L’Italia aderisce alle Linee guida etiche per un programma di orientamento e attuazione affidabile dell’IA definito dall’High Level Expert Group on AI.

4.Le aziende italiane diventeranno leader nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione di IA. Per stare al  passo con le nazioni più innovative, l’Italia deve  agire sulla trasformazione digitale del nostro ecosistema imprenditoriale;  ecco perché il piano strategico sull’AI promuove lo sviluppo, l’implementazione e l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale nelle imprese. I partenariati pubblico-privato saranno quanto mai fondamentali ( e strumentali)  allo sviluppo di sinergie tra enti di ricerca e imprese con l’obiettivo di aumentare le capacità di trasferimento tecnologico e quindi la competitività dell’Italia.

5.Le pubbliche amministrazioni italiane governeranno l’IA e governeranno con l’IA. L’uso e l’impatto dell’IA nel settore pubblico deriveranno da un approccio duale, seguendo la logica del govern IA and govern with IA”:  “da un lato, il governo si è impegnato a governare l’IA per attenuarne i potenziali rischi, con particolare riferimento alla salvaguardia dei diritti umani e a un’IA che rispetti i principi etici fondanti della Repubblica. D’altra parte, il governo migliorerà i propri processi interni e le politiche grazie ad un uso responsabile dei dati e della tecnologia IA”.

I cambiamenti tecnico-industriali porteranno a dei cambiamenti sociali. Nel piano strategico si afferma che questi principi guida  “ non sono pilastri separati, ma offrono una visione ambiziosa del futuro dell’IA in Italia e un approccio integrato volto a stimolare tutti i fattori che possono contribuire allo sviluppo di un ecosistema IA”. Il comitato scientifico che ha studiato e redatto il piano strategico, evidenzia che i  cambiamenti tecnico-industriali ( peraltro già in atto)  porteranno – conseguentemente –  a dei cambiamenti sociali; “entrambi, a loro volta, stimoleranno la ricerca fondamentale e quella applicata. Questo programma strategico è impostato per sostenere tutti questi aspetti”.

Sei obiettivi del piano strategico sull’AI. 1. Rafforzare la ricerca di frontiera, incentivando un approccio multidisciplinare; 2. Ridurre la frammentazione  della ricerca sull’AI promuovendo la collaborazione di rete; 3. Sviluppare e adottare una AI antropocentrica e affidabile; 4. Aumentare l’innovazione basata sull’AI e lo sviluppo della tecnologia di AI; 5. sviluppare politiche e servizi basati sull’IA nel settore pubblico promuovendo l’innovazione, l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale e la cooperazione tra centri di ricerca, industrie ed enti pubblici; 6. creare, trattenere ed attrarre ricercatori di IA in Italia promuovendo l’IA in tutti i livelli di istruzione per creare una nuova generazione di ricercatori ed innovatori con il fine di rendere l’Italia una meta attrattiva per ricercatori qualificati esteri, mantenendo una particolare attenzione alla diversità e all’equilibrio di genere.

In ambito AI, l’Italia si impegna ad investire in undici settori prioritari: 1. Industria e manifatturiero. 2. Sistema educativo, perché l’AI può sviluppare piani di apprendimento personalizzati rispettando i principi di equità e affidabilità; 3. Agroalimentare, sviluppando una agricoltura di precisione in grado di evitare la sovraproduzione e gli sprechi, aumentando la sicurezza alimentare e riducendo le emissioni; 4.Cultura e turismo, creando nuove sinergie tra industrie culturali e creative, produttori, gestori e utilizzatori del vasto patrimonio culturale italiano; 5.Salute e benessere, le applicazioni di AI aiuteranno a soddisfare le nuove esigenze derivanti dall’invecchiamento della popolazione italiana, nonché dei soggetti a rischio di malattie gravi, aumentando l’inclusione sociale dei gruppi più svantaggiati; 6. Ambiente, infrastrutture e reti; 7. Banche, finanza e assicurazioni;8. Pubblica Amministrazione; 9. Città, aree e comunità intelligenti; 10. Sicurezza nazionale; 11. Tecnologie dell’informazione.

Solo una breve osservazione. A fronte dei diversi contenuti di questo affascinante  piano strategico sull’intelligenza artificiale, appare evidente l’importanza e l’urgenza di creare e formare questa nuova figura professionale dell’Antronomo ( termine inventato da don Luca Peyron ed il dott. Vittorio Di Tommaso), un esperto in discipline tecnico-scientifiche ed umanistiche che sia in grado di tutelare la dignità umana ( e, perché no, anche l’ambiente naturale in cui l’uomo vive) all’interno della condizione digitale e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

E al professionista Antronomo vorrei suggerire questo consiglio: iniziamo a tutelare, proprio nell’ambito formativo-accademico, tutti quei ricercatori precari che stanno rischiando di perdere il posto di lavoro per il quale hanno investito e fatto sacrifici  tutta una vita, alcuni di loro anche scommettendo ancora una volta per l’Italia, rinunciando a borse di studio all’estero e ritornando nel piccolo meraviglioso stivale d’Europa. Ecco, un vero  piano strategico sull’AI dovrebbe avere il coraggio e l’ambizione di non far perdere il posto di lavoro proprio a questi scienziati-ricercatori italiani. Del resto la stessa pandemia ci ha aperto gli occhi su questa verità: senza investimenti concreti nella ricerca ( e, quindi, nella scienza), rischiamo di andare a sbattere contro il muro della profonda ( quanto oscura) ignoranza.

 

 

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