Insegnare l’autocontrollo ai cuccioli

A colpi di pazienza, aspettando i tempi dell'animale, è possibile educarlo a gestire le sue reazioni attraverso ripetute sequenze di azioni che gli danno o gli tolgono ciò che vuole a seconda di come si comporta. È bene, però, non esagerare e lasciarlo di tanto in tanto libero di sfogare la propria esuberanza. Non alleviamo cani apatici!
Cani che giocano

Come si diceva nei precedenti articoli (Animali e socializzazione primaria e Come non allevare un cane aggressivo), nel secondo e terzo mese di vita la madre e il branco impartiscono ai cuccioli le regole sociali e le forme di autocontrollo. In questo modo il piccolo impara a controllare il morso, a frenare l’impulso all’esplorazione o a fermarsi di fronte a un gioco sfrenato. Alcune forme di autocontrollo possono essere insegnate anche dal padrone.

 

Cosa si intende per autocontrollo? Con l’autocontrollo l’animale impara da solo a gestire i propri impulsi, evitando o moderando l’impulso a fare una determinata cosa (per esempio saltare per prendere la ciotola al momento del pranzo). Come si ottiene un cane “autocontrollato”? Lavorando con il cane a colpi di pazienza e tempo. Bisogna infatti attendere i tempi dell’animale, aspettare che sia lui, ragionando, a capire cosa deve fare o non fare per ottenere ciò che vuole. Infatti, negandogli l’oggetto del desiderio quando si comporta in modo indesiderato (saltando addosso in modo esagerato, abbaiando continuamente ecc.) e riproponendoglielo subito dopo e ripetendo queste azioni finché l’animale non capisce da solo che può ottenere ciò che desidera solo se si comporta in un certo modo (non abbaiando, non mordendo, non saltando ecc.), abitueremo il nostro amico peloso all’autocontrollo.

 

In cosa differisce l’autocontrollo dal controllo o addestramento? In effetti nel controllo o addestramento il cane riceve un nostro comando che lo obbliga a fermarsi o a moderarsi quando la sua innata esuberanza lo porta ad esagerare. Con l’autocontrollo, invece, il cane, pur avendo un impulso forte a compiere una determinata azione, decide spontaneamente di non farla o di farla in modo più moderato.

 

Ovviamente ciò accade non perché l’animale sia controllato per sua natura, ma solo perché ha imparato a contenersi ed ha imparato non in seguito all’obbedienza a un comando (controllo), ma l’ha scoperto da solo dopo ripetute sequenze di azioni che danno o tolgono a seconda di come si comporta l’animale. Non ci sono comandi, il tutto avviene senza comunicazione verbale, ma solo mediante osservazione di gesti da una parte e dall’altra. Quindi in un caso l’animale si ferma ad un nostro comando, nell’altro spontaneamente. Alla fine dei conti il risultato non cambia. Tuttavia il cane controllato mantiene la sua indole esuberante tipica della specie e di tanto in tanto viene frenato dal padrone che gli impone un comando, il cane “autocontrollato”, invece, è un cane che può, se si esagera (soprattutto se si desidera a tutti i costi un cane che si autocontrolla su tutto quanto è l’istinto canino: abbaio, morso, salti e tutto quanto fa parte della naturale esuberanza di tale specie), diventare apatico, spento, un animale che non prova più interesse per nulla.

 

In conclusione un po’ di autocontrollo fa bene al cane e fa piacere ai padroni, ma bisogna fare attenzione a non esagerare con le richieste, di tanto in tanto è bene lasciare il cane libero di sfogare il proprio istinto e la propria esuberanza. Allo stesso modo, anche educazione e addestramento sono cose differenti che si intersecano aiutandosi a vicenda, ma che vanno tenute separate.

 

Educare un cane significa impartire regole e limiti da rispettare. Il cane così imparerà a sporcare dove gli è stato insegnato, a mangiare  ad orario e non sempre e ovunque, che non può mordere tutto o abbaiare continuamente, imparerà l’uso del guinzaglio o della pettorina, capirà che di tanto intanto resterà da solo, che non può giocare sempre, che esistono consimili e uomini con cui relazionarsi e deve farlo nel modo giusto (socializzazione). Tutto ciò rientra nell’educazione del cucciolo che va impartita subito, appena il piccolo entra nella nostra casa. Per ottenere i risultati voluti  possiamo usare il metodo del controllo o dell’autocontrollo, meglio se riusciamo a usare una combinazione equilibrata di entrambi. Scopo dell’educazione è migliorare la  convivenza tra animali e uomo.

 

L’addestramento, invece, è da riservare a una seconda fase della vita del cucciolo. Essendo delle sequenze di comandi, come vieni, resta, seduto, rotola sulla pancia ecc., la cui obbedienza si ottiene con esercizi specifici, l’addestramento potrà partire quando il piccolo sarà cresciuto un po’. Mentre l’educazione è essenziale per ottenere un animale equilibrato e una sana convivenza uomo-cane, l’addestramento può sostenere e completare la prima rafforzando alcuni comandi per noi importanti.

 

(A cura della dott.ssa Letizia D'AvinoCentro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli).

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