L’incredulità dei cittadini nella politica, sostenuta dall’alienazione degli interessi comuni, dalla corruzione, dalla polarizzazione ideologica, dalla frammentazione e dalla disuguaglianza sociale, è stata ulteriormente esposta dalla crisi sanitaria e ambientale che l’umanità sta vivendo. La richiesta di profondi cambiamenti collettivi che migliorino la qualità delle democrazie e della governance globale è, allo stesso tempo, un’opportunità per promuovere e scommettere su forme organizzative più collaborative basate sul paradigma della fraternità.
Su questa linea, nei suoi 25 anni di esistenza, il Movimento Politica per l’Unità ha sviluppato un appello internazionale partecipativo rivolto a politici, funzionari, accademici e cittadini per contribuire alla realizzazione di una politica migliore, rispettosa e di qualità, frutto di sforzi partecipativi e di responsabilità reciproca. È così che il concetto di Co-Governance è andato approfondendosi, già negli anni precedenti, nella ricerca di riorientare il dibattito sullo stile della democrazia e sul modo di governare, amplificando la vecchia (o non tanto vecchia) nozione di governance. Nel 2019, il primo Congresso Internazionale: “Co-governance: Responsabilità reciproca nelle città di oggi” è stato una prima pietra miliare della riflessione internazionale. Da Castel Gandolfo (Roma) e promosso dal Movimento Politico per l’Unità e l’Umanità Nuova (Movimento dei Focolari) con la collaborazione di numerosi enti, ha riunito esperienze che hanno contribuito ad allargare la visione, mettendo al centro la partecipazione delle città.
Così è nata la sfida di approfondire il concetto a partire dalle radici culturali latinoamericane, e nel 2021, tra il 9 e l’11 ottobre, si è tenuto in Brasile il secondo Congresso Internazionale, in formato virtuale: “Co-governance come processo di costruzione della fraternità nella politica, a partire dalle città”.
Diversi gruppi composti da membri di diversi Paesi hanno lavorato su aspetti programmatici, operativi e comunicativi, e la commissione scientifica dell’evento, composta da esperti che promuovono un’articolazione tra scienza e politica, tra il mondo accademico e la partecipazione sociale e cittadina, sta lavorando su una definizione ampia e aperta del termine co-governance. L’obiettivo è quello di promuovere “esperienze di governance partecipativa (‘in rete’), che mirano a un alto livello di collaborazione intersoggettiva e multisettoriale nella costruzione delle politiche pubbliche”1.
La co-governance è un concetto che emerge dalla prassi, dall’articolazione tra i governi e le organizzazioni comunitarie (istituzioni educative, sanitarie e del lavoro, movimenti, imprese e organizzazioni no-profit). Questa articolazione può partire da diversi punti. Può nascere da un governo capace di riconoscere i bisogni e le carenze che richiedono attenzione, e proporre accordi per lo sviluppo di politiche pubbliche territoriali; o da una cittadinanza organizzata che cerca di forzare, a volte con un alto livello di conflittualità, la visualizzazione delle richieste. La co-governance è vista come un modo per promuovere un alto grado di partecipazione dei cittadini e il coinvolgimento delle organizzazioni nella gestione delle politiche pubbliche. Tuttavia, c’è il rischio che si installi come uno slogan o un trucco senza implicare un processo di trasformazione della realtà.
Per evitare gli estremi, è necessario riflettere su questo nel contesto di esperienze multiple. Non è qualcosa di “dato” o preesistente, ma una nozione viva, in costruzione, che deve essere riconosciuta e riflessa sulla base della situazione etica, storica e sociale delle diverse comunità. Non c’è quindi un unico modello di co-governance; ce ne possono essere tanti quante sono le esperienze. Anche se queste esperienze hanno molto in comune, sono comunque diverse, e quindi devono essere descritte e valutate nella loro particolare ricchezza.
Una delle maggiori sfide è quella dell'”unità nella diversità“, che potrebbe essere espressa attraverso la figura geometrica del poliedro proposta da Francesco2. Questa figura permette di riconoscere i diversi volti (o figure) che compongono un insieme. Questo tutto non sussume le parti ma le rispetta e le integra. In questa linea, il principio politico della “fraternità” ha molto da contribuire.
Non si tratta solo di aspirare alla fraternità universale come obiettivo etico, ma anche di comprenderla come metodo di risoluzione dei conflitti. A sua volta, la fraternità non guarda solo ai conflitti interpersonali, ma soprattutto ai conflitti sociali, quelli che si manifestano nei bisogni e nelle richieste della comunità. La fraternità come metodo in politica può contribuire trasversalmente alla realizzazione di esperienze di co-governance.
Il secondo Congresso Internazionale si presenta come un’occasione per riconoscere la relazione tra fraternità e co-governance e le diverse e variegate forme di articolazione. A questo proposito, vale la pena menzionare la precedente elaborazione di un e-book composto da vari articoli che mirano ad ampliare, consolidare e verificare i problemi discussi sull’argomento, approfondendo lo studio in questo senso.
- Vedi: https://it.co-governance.org/
- Francesco usa questa figura nelle encicliche Evangelii Gaudium, Laudato Si’ e Fratelli Tutti, così come nei suoi discorsi e messaggi quotidiani
Innovating for better quality in politics
An opportunity to recognize the relationship between fraternity and co-governance and the different and varied forms of articulation
Citizen disbelief towards politics, sustained by the distancing of common interests, corruption, ideological polarization, fragmentation and social inequality have been even more exposed after the health and environmental crisis that humanity is experiencing. The demand for profound collective changes that improve the quality of democracies and global governance is, at the same time, an opportunity to promote and bet on more collaborative organizational forms based on the paradigm of fraternity.
Along these lines, in its 25 years of existence, the Politics for Unity Movement has developed in a participatory manner an international call to politicians, civil servants, academics and citizens to contribute to the achievement of a better, respectful quality politics, which is the result of participatory efforts and reciprocal responsibility. This is how the concept of Co-Governance has been deepening since previous years, in the search to reorient the debate on the style of democracy and the way of governing, amplifying the old (or not so old) notion of governance. In 2019 the first International Congress: “Co-governance: Mutual Responsibility in Cities Today” constituted a first milestone of international reflection. From Castel Gandolfo (Rome) and promoted by the Politics for Unity Movement and New Humanity (Focolare Movement) with the collaboration of numerous entities, it brought together experiences that contributed to broadening the vision, putting the focus on participation from the cities.
Thus, the challenge arose to deepen the concept from Latin American cultural roots, and in 2021, between the 9th and 11th October, the second International Congress was held in Brazil, in a virtual format: “Co-governance as a process of building fraternity in politics, starting from the cities”.
Various teams made up of members from different countries have been working on programmatic, operational and communicational aspects, and the scientific commission of the event, made up of experts who promote an articulation between science and politics, between academia and social and citizen participation, is working on a broad and open definition of the term co-governance. The aim is to promote “experiences of participatory (‘networked’) governance, which look for a high level of intersubjective and multisectoral collaboration in the construction of public policies “1.
Co-governance is a concept that emerges from praxis, from the articulation between governments and community organizations (educational, health and work institutions, movements, companies and non-profit organizations). This articulation can start from different places. It can be born from a government capable of recognizing needs and deficiencies that require attention and proposes agreements for the development of territorial public policies; or from an organized citizenry that seeks to force, sometimes with a high level of conflict, the visualization of demands. Co-governance is shown as a way to promote a high degree of citizen participation and the involvement of organizations in the management of public policies. However, there is a risk of being installed as a slogan or make-up without implying a process of transformation of reality.
In order to avoid extremes, it is necessary to reflect on it within the framework of multiple experiences. It is not something “given” or pre-existing, but a living notion, under construction, which must be recognized and reflected upon the basis of the ethical, historical and social situation of the different communities. There is therefore no single model of co-governance; there can be as many as there are experiences. Even if these experiences have much in common, they are still diverse, and therefore need to be described and valued in their richness.
One of the greatest challenges is that of “unity in diversity” which could be expressed through the geometric figure of the polyhedron proposed by pope Francis2. This figure allows us to recognize the different faces (or figures) that make up a whole. This whole does not subsume the parts but respects and integrates them. In this line, the political principle of “fraternity” has much to contribute.
It is not only a matter of aspiring to universal fraternity as an ethical goal, but also of understanding it as a method of conflict resolution. In turn, fraternity does not only look at interpersonal conflicts but especially at social conflicts, those that are manifested in the needs and demands of the community. Fraternity as a method in politics can contribute transversally to the realization of experiences of co-governance.
The second International Congress is presented as an opportunity to recognize the relationship between fraternity and co-governance and the different and varied forms of articulation. In this regard, it is worth mentioning the previous elaboration of an e-book made up of several articles that intend to widen, consolidate and verify the problems discussed on the subject, deepening the study in this regard.
- See: https://co-governance.org/
- Francis uses this figure in Evangelii Gaudium, Laudato Si’ and Fratelli Tutti, as well as in his daily speeches and messages
Innovar para una mejor calidad en la política
Una oportunidad para reconocer la relación entre fraternidad y cogobernanza y las distintas y variadas formas de articulación
El descreimiento ciudadano hacia la política, sostenido por el alejamiento de los intereses comunes, la corrupción, la polarización ideológica, la fragmentación y la desigualdad social han quedado aún más al descubierto tras la crisis sanitaria y medioambiental que vive la humanidad. La demanda de cambios colectivos profundos que mejoren la calidad de las democracias y la gobernanza global es, a la vez, una oportunidad para promover y apostar a formas organizativas más colaborativas sostenidas en el paradigma de la fraternidad.
En esa línea el Movimiento Político por la Unidad desarrolló en forma participativa en sus 25 años un llamamiento internacional a políticos, funcionarios, académicos y ciudadanos a fin de contribuir en el logro de una política mejor, respetuosa, de calidad, que sea fruto de esfuerzos participativos y responsabilidad recíproca. Es así como se ha venido profundizando, ya desde años previos, el concepto de Cogobernanza, en la búsqueda de reorientar el debate por el estilo de democracia y el modo de gobernar amplificando la vieja (o no tan vieja) noción de gobernanza. En 2019 el primer Congreso Internacional: “Cogobernanza: Responsabilidad mutua en las ciudades hoy” se constituyó en un primer hito de reflexión internacional. Desde Castel Gandolfo (Roma) e impulsado por el Movimiento Político por la Unidad y Humanidad Nueva (Movimiento de los Focolares) con la colaboración de numerosas entidades, convocó experiencias que contribuyeron a ampliar la visión, poniendo el foco en la participación desde las ciudades.
Es así que surgió el desafío de profundizar el concepto desde las raíces culturales latinoamericanas, y en este 2021, entre el 9 y el 11 de octubre se realizó el segundo Congreso Internacional: “La cogobernanza como proceso de construcción de la fraternidad en la política, partiendo de las ciudades” en Brasil, con modalidad virtual.
Diversos equipos conformados con miembros de distintos países vienen trabajando aspectos programáticos, operacionales y comunicacionales, y la comisión científica del evento, conformada por expertos y expertas que promueven una articulación entre la ciencia y la política, entre la academia y la participación social y ciudadana, trabaja en una definición amplia y abierta del término cogobernanza. Se trata de promover “experiencias de gobierno participativo (‘en red’), que apunten a un alto nivel de colaboración intersubjetiva y multisectorial en la construcción de políticas públicas”1. Para ello se promueve una reflexión que posibilite debates y aportes, que puedan incidir en las políticas públicas.
La cogobernanza es un concepto que emerge de la praxis, de la articulación entre los gobiernos y las organizaciones de la comunidad (instituciones educativas, de salud y de trabajo, los movimientos, empresas y organizaciones sin fines de lucro). Dicha articulación puede partir de diversos lugares. Puede nacer de un gobierno capaz de reconocer necesidades y carencias que requieren la atención, y proponga acuerdos para el desarrollo de políticas públicas territoriales; o bien una ciudadanía organizada que busque forzar, a veces con un alto nivel de conflicto, la visualización de las demandas. La cogobernanza se muestra como un camino para promover un alto grado de participación ciudadana y un involucramiento de las organizaciones en la gestión de las políticas públicas. Sin embargo, existe el riesgo de instalarse como eslogan o maquillaje sin que ello implique un proceso de transformación de la realidad.
Para sortear los extremos es necesario reflexionarlo en el marco de múltiples experiencias. No se trata de algo “dado” o preexistente sino de una noción viva, en construcción, que debe reconocerse y reflexionarse sobre la base de la situación ética, histórica y social de las distintas comunidades. No existe por tanto un modelo único de cogobernanza sino que puede haber tantos como experiencias existan. Aunque dichas experiencias tengan mucho en común no dejan de ser diversas, y por ello es preciso describirlas y valorarlas con su riqueza particular.
Uno de los mayores desafíos es el de la “unidad en la diversidad” que podría expresarse a través de la figura geométrica del poliedro que propone Francisco2. Dicha figura permite reconocer los distintos rostros (o figuras) que conforman un todo. Ese todo no subsume a las partes sino que las respeta y las integra. En esta línea, el principio político de “fraternidad” tiene mucho que aportar.
No se trata solo de aspirar a la fraternidad universal como fin ético, sino también entenderla como método de resolución de conflictos. A su vez la fraternidad no mira solo los conflictos interpersonales sino especialmente los sociales, aquellos que se manifiestan en las carencias y demandas de la comunidad. La fraternidad como método en política puede aportar transversalmente a la concreción de experiencias de cogobernanza.
El segundo Congreso Internacional se presenta como una oportunidad para reconocer la relación entre fraternidad y cogobernanza y las distintas y variadas formas de articulación. Al respecto cabe destacar la elaboración previa de un e-book conformado a partir de diversos artículos que pretenden ampliar, sedimentar y verificar problemáticas discutidas sobre el tema profundizando el estudio al respecto.
- Ver: https://es.co-governance.org/
- Francisco utiliza esta figura en Evangelii Gaudium, en Laudato Si’ y en Fratelli Tutti, así como en sus discursos y sus mensajes cotidianos