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Incursione neofascista al liceo Da Vinci di Genova

di Gaia Bonafiglia

- Fonte: Città Nuova

Vetri infranti, svastiche sui muri e intimidazioni: studenti e cittadini si mobilitano in piazza per difendere la democrazia

Insegna del Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci di Genova. Credit: Gaia Bonafiglia.

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Genova, un episodio ha scosso profondamente studenti, insegnanti e cittadini. Durante un’occupazione organizzata dagli studenti per creare uno spazio di confronto, anche alla luce dei tragici eventi in Palestina, un gruppo di giovani ragazzi è entrato nella scuola armato di spranghe e tubi. Vetri rotti, porte distrutte, estintori scaricati e scritte fasciste sui muri hanno trasformato l’istituto in un luogo di intimidazione e violenza. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma il peso simbolico dell’azione è enorme. Un luogo destinato alla formazione e al dialogo è stato per ore il teatro di un attacco, richiamando un passato che la società sperava superato.

Vetri infranti e arredi danneggiati dopo il raid notturno. Credit: Ansa

Le istituzioni hanno reagito con fermezza. In un comunicato ufficiale della Giunta Regionale, l’assessora all’Istruzione della Liguria, Simona Ferro, ha dichiarato: «Esprimo la più ferma condanna per il grave episodio avvenuto al liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Genova. Ogni forma di violenza, intimidazione o vandalismo è inaccettabile, soprattutto quando colpisce una scuola, un luogo che dovrebbe rappresentare sempre un presidio di educazione, democrazia e legalità, e mai trasformarsi in terreno di scontro o strumentalizzazione. Confido nel lavoro delle forze dell’ordine affinché venga fatta piena luce sull’accaduto».

Una svastica tracciata sul muro dopo l’irruzione vandalica. Credit: Ansa.

Anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto, definendo l’episodio “di stampo neofascista” e affermando: «Mi auguro che i responsabili di questo grave atto di violenza siano rapidamente identificati e condannati. La scuola non può essere mai un luogo di intimidazione: deve prevalere sempre un confronto libero, plurale, rispettoso e in nessun caso prevaricatore».

A livello cittadino, la sindaca di Genova, Silvia Salis, ha sottolineato la gravità simbolica dell’episodio, dichiarando che «vedere una svastica sul muro di una scuola è uno schiaffo ai valori fondanti della nostra democrazia».

Le forze dell’ordine — Digos, Scientifica e Polizia — stanno lavorando per identificare gli aggressori, tra cui, secondo le prime indagini, vi sarebbero anche minorenni. La comunità non è rimasta in silenzio. Successivamente all’aggressione, circa 600 persone si sono riunite sotto la scuola, in piazza Manin, per manifestare contro l’attacco, difendere la scuola e riaffermare i valori della libertà. La mobilitazione dimostra che la violenza non può spegnere la voce di chi crede nel dialogo.

Questo episodio non è soltanto un atto vandalico: il fascismo evocato in questo modo non è solo un richiamo al passato, è un atto che divide, spacca, e ci costringe a vedere quanto la nostra società sia ancora fragile e attraversata da fratture profonde. La democrazia richiede il nostro impegno quotidiano, perché il futuro non è garantito: va difeso giorno dopo giorno, dentro le scuole, nelle piazze e nella coscienza civile di ciascuno di noi.

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