Ilva, luci ed ombre su Cornigliano

Il ministero ha fissato ad otto milioni di tonnellate l'anno la produzione di acciaio. Ma per i Verdi è solo un bluff: non c'è riduzione, si ratifica soltanto l'attuale produzione
ilva cornigliano

Si chiama “autorizzazione integrata ambientale (Aia)” ed è la proposta elaborata dal ministero dell’Ambiente che da qualche barlume di speranza agli operai dell'Ilva di Genova. L’autorizzazione, che prevede una limitazione della produzione complessiva di acciaio di 8 milioni di tonnellate l'anno, è stata accolta in fabbrica come un segnale positivo: è vero, infatti, che in teoria l'autorizzazione varata dal ministero impone un dimezzamento rispetto alla capacità produttiva complessiva, ma è anche vero che attualmente, grazie alla crisi, la produzione era già più o meno ridotta su questi valori. Inoltre le acciaierie liguri non dovrebbero risentire di una riduzione di materiale grezzo, rispetto a quanto ricevuto in questi ultimi anni. Naturalmente: «Aspettiamo di vedere le carte – precisa Palombo, rappresentante sindacale della Fiom –, ma se le cose effettivamente stanno così come abbiamo letto sui giornali vorrebbe dire che si sta lavorando su una logica positiva e che ci sono gli spazi per avviare il risanamento ambientale garantendo la continuità produttiva sufficiente anche a non mettere in crisi ulteriormente Genova».

In Liguria la produzione da mesi viaggia a marcia ridotta, nonostante il completamento del piano di investimenti legato all'Accordo di programma sul superamento dell'acciaio a caldo, datato 2005, con l’avvenuta chiusura dell’altoforno di Cornigliano. Ora la quarta linea di zincatura è stata da poco completata e non è stata ancora messa in funzione, anche se l'azienda ha annunciato che lo farà quando ci saranno le condizioni. Intanto, i sindacati Fim, Fiom e Uilm, hanno firmato da poco l'accordo in Confindustria Liguria per la proroga dei contratti di solidarietà, che impegnano oggi 1.100 dei 1.760 addetti dello stabilimento di Cornigliano: poco più della metà della forza lavoro e i contratti di solidarietà valgono ancora per due anni. «Se davvero le condizioni dell'Aia sono quelle che sembrano – dice ancora Palombo – alla fine Cornigliano, come pure Novi e Racconigi, possono continuare a esistere, e questo dimostra ulteriormente che lo sciopero della scorsa settimana di Fim e Uilm era perfettamente inutile».

Le recenti manifestazioni sindacali avevano evidenziato le diverse posizioni. Fim e Uilm avevano portato in piazza i lavoratori per denunciare il pericolo di chiusura dell'Ilva di Cornigliano, mentre la Fiom si era schierata contro lo sciopero, e in silenzio aspettava notizie più certe e soprattutto più chiare. Riguardo al pacchetto Aia – “autorizzazione integrata ambientale" – del ministero, Legambiente vede un primo positivo passo verso un risanamento globale del complesso impianto dell’Ilva, di parere esattamente opposto sono i Verdi che denunciano, attraverso il loro presidente Angelo Bonelli, «che l'annunciata riduzione della produzione di acciaio a 8 milioni di tonnellate annue di acciaio è un bluff mediatico perché l'Ilva, già nel 2011, ha registrato una produzione massima di 8,5 milioni tonnellate l'anno e in sintesi questa Aia consente a Ilva di mantenere inalterata l'attuale attività produttiva».

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