Il senso delle Scritture nella società attuale

Una sessantina di studiosi indiani ed europei si sono incontrati a Mumbai per riflettere su questo tema
vangelo

Le Scritture sacre hanno ancora un senso nella società attuale? La domanda, piuttosto inusuale nel mondo secolarizzato che distingue l’occidente europeo, è stata al centro di riflessioni ed approfondimenti di una sessantina di studiosi indiani ed europei, cristiani ed indù, che si sono incontrati nei giorni scorsi in India, nei pressi di Mumbai. Si è trattato del IV simposio indù-cristiano, nato dalla collaborazione ormai decennale di accademici di istituzioni universitarie prestigiose – come il Bharatya Vidhya Bhavan ed il Somaiya Sanskriti Peetham di Mumbai, le Facoltà di Filosofia e Sanscrito della Mumbai University – e di organizzazioni gandhiane del sud-India.

 

Si è trattato di cinque giorni d’intensi lavori, che hanno offerto un’occasione per conoscere le rispettive Scritture – il titolo del convegno era Interpretare e vivere le Scritture per realizzare la pace e l’armonia universale – non solo a livello accademico, ma nella loro profondità spirituale. L’arricchimento reciproco era evidente a vantaggio di una vera edificazione per la scoperta della presenza del divino e della sua ispirazione. Il tutto si è svolto in uno stile tipicamente indiano, ma con la caratteristica di una comunione sempre crescente, non solo fra indù e cristiani, ma anche fra i vari gruppi che rappresentavano il mondo indù, non sempre facilmente armonizzabili fra loro.

 

A tre giorni di lavori a porte chiuse sono seguite due giornate di riflessione a livello universitario presso il Somaiya College e la Mumbai University, a cui hanno potuto prendere parte anche studenti, dottorandi e professori. Parte della riflessione proposta al Somaiya College è stata offerta da studenti, che hanno delineato delle piste di attuazione pratica delle Scritture delle diverse religioni nei contesti del mondo giovanile attuale. L’Istituto di Filosofia della Mumbai University ha invece affrontato il nodo della rilevanza del testo sacro nel contesto della modernità e della post-modernità, e della sua applicabilità a metodologie educative. In questo senso l’esperienza dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, presentata ai partecipanti al convegno, ha riscosso notevole interesse.

 

L’esperienza di questi giorni rappresenta l’ultimo anello di collaborazioni estese, a livello di dialogo interreligioso, nate dalla visita in India di Chiara Lubich nel 2001. Come ha sottolineato la Prof.ssa Shubada Joshi, decano della facoltà di Filosofia, si tratta di un dialogo che non mira al proselitismo, ma ad un vero incontro fra religioni e culture in uno spirito di rispetto ed ascolto reciproco, coniugando riflessione e vita.

 

Si è presentata anche la figura di Chiara Lubich, da tutti – cristiani ed indù – riconosciuta come l’ispiratrice carismatica di questi incontri accademico culturali. Proprio vari rappresentanti delle religioni dell’India hanno tenuto a ribadire come l’eredità della Lubich stia continuando grazie all’impegno di ciascuno, che interpella gli accademici, in prima persona, e le loro istituzioni a diffondere questa esperienza e a coinvolgere nuovi protagonisti del dialogo.

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