Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, è nato a Chicago, città industriale tra le più importanti del pianeta, che tanta parte ha avuto nello sviluppo della rivoluzione digitale. La Chiesa cattolica avrebbe potuto scegliere un cardinale filippino, un presule nordeuropeo, forse anche un italiano curiale. No, ha scelto uno statunitense, migrante figlio di migranti, matematico di formazione, esperto di diritto, organizzatore e vescovo, agostiniano. E che usa i social, tanto che non ha avuto nessun problema a criticare il vicepresidente Vance sui migranti.
Elementi che sembrano dire che questo papa prenderà per le corna uno delle più grandi sfide dell’umanità del nuovo millennio, quella digitale.
Anche il suo saluto iniziale – «la pace sia con tutti voi» –, a ben guardare, apre anche in questo campo la prospettiva di una pacificazione: la cyberwar, la guerra digitale, le armi digitali e la sicurezza digitale necessitano di una tregua, e poi di una pace duratura.
Papa Prevost ha, tra l’altro, affermato che «il male non prevarrà», non solo per rassicurare i fratelli – è uno dei compiti del pontefice, e non l’ultimo! –, lasciando così intendere che la lotta è in corso, il male sta spargendo le sue tossine ovunque, il diavolo (dal greco dia-ballein, che come si sa vuol dire dividere) polarizza a dismisura e crea fronti contrapposti. Ma non prevarrà. Leone XIV è un esperto di diritto, il che non sarà certo un fattore di secondo piano quando si tratterà di regolamentare, di permettere cioè alla libertà – che va preservata – di non diventare anarchia.
E poi è un agostiniano, uomo dello Spirito e dei carismi: in questa battaglia digitale, lo Spirito che soffia leggero avrà il suo daffare.
La rivoluzione digitale funziona nelle elezioni in giro per il mondo: gli uffici stampa sono stati soppiantati dai social manager, i nostri profili su Internet vengono utilizzati spesso in modo delinquenziale, sfruttando le debolezze psicologiche.
Nella Cappella Sistina i cellulari erano schermati, e ai cardinali sotto giuramento era stato vietato di avere qualsiasi rapporto con l’esterno. Ma nei novendiali, abbiamo visto un grande uso da parte dei cardinali dei cellulari: sicuramente li hanno usati per informarsi sui singoli cardinali e hanno cercato le loro tracce digitali, facilitando la conoscenza reciproca. Evviva!
Robert Francis Prevost sarà un papa sinodale, non solo all’interno della Chiesa cattolica, ma anche nel campo sociale richiamato dal nome Leone, che rinvia a Leone XIII, il papa della Dottrina sociale della Chiesa. Un papa così non potrà non occuparsi di tecnologie che sembrano sconvolgere le nostre esistenze e la nostra relazionalità.