Il primo discorso alla città del cardinal Scola

L’occasione per riflettere sulla vita della metropoli e delle città e paesi della diocesi, in occasione della solennità del Santo patrono
scola

L’ha consegnato a un quotidiano nazionale, che l’ha anticipato in prima pagina. Il discorso alla città è un appuntamento atteso dai politici lombardi con il Cardinale, che nella vigilia della festività di Sant’Ambrogio li incontra nella basilica per esprimere l’incoraggiamento e l’aiuto della Chiesa di Milano. «Insieme possiamo intraprendere questo cammino. Assicuro la mia disponibilità e di tutta la Chiesa ambrosiana. In questo “ritorno a casa” sento che Milano e la Lombardia mi stanno appassionando ogni giorno di più. Una metropoli che deve tirar fuori tutte le sue risorse, non deve lasciarne più nessuna implicita, per dare un contributo unico e originale alla famiglia umana».

 

Che Milano fosse nel suo cuore, il cardinale Angelo Scola lo aveva mostrato già nell’ottobre scorso, incontrando per la prima volta i politici e gli amministratori locali. Ora l’arcivescovo pronuncia il suo atteso e primo discorso alla città, occasione per riflettere sulla vita della metropoli e delle città e paesi della diocesi. È un appuntamento ormai tradizionale nel cammino della Chiesa ambrosiana, quando i predecessori del card. Scola hanno parlato alla Milano istituzionale, alla “città dell’uomo”, costituendo una sorta di catechesi sulla dottrina sociale applicata nel contesto attuale della metropoli, con lo sguardo e l’approccio peculiare della comunità ecclesiale.

 

Sempre il quell’incontro d’ottobre il cardinale Scola disse: «Riprendo un dato dalla Caritas in Veritate che funge da premessa, al quale intendo rigorosamente attenermi con i miei collaboratori: “La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato”. La Chiesa ha un preciso compito: quello di lasciar trasparire sul suo volto la bellezza di Gesù Cristo, luce delle genti». Camminare insieme, tenendo ben distinti i due ambiti della politica e dell’impegno ecclesiale: «Questo spinge la Chiesa a rischiare, nel rispetto della radicale distinzione, la sua cura per l’umano: non invade il campo specifico dei dinamismi concreti delle diverse espressioni della vita civile e in modo particolare delle istituzioni». E aveva concluso: «Il taglio del nostro intervento sarà sempre legato alla proposizione del volto positivo dell’umano. Questa posizione mi sembra fonte di libertà per la Chiesa e per ogni soggetto che abita una società civile plurale come la nostra». Ecco il senso del discorso alla città, l’anima di ogni intervento che Angelo Scola propone agli uomini di buona volontà che lo vogliono ascoltare.

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons