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Persona e famiglia > Noi due

Il peso della cura: come l’assistenza ai familiari influenza la vita di coppia

di Dorotea Piombo

Un viaggio tra sfide, silenzi e resilienza: come l’assistenza a un genitore anziano può mettere alla prova la vita di coppia, ma anche rafforzarla.

Foto di Fuzzy Rescue da Pixabay.

Una coppia, Elena e Stefano, affacciandosi alla maturità, scoprono che l’amore che li unisce dovrà affrontare una nuova prova: prendersi cura di Maria, madre di Stefano, una donna anziana e vedova, malata e vulnerabile. L’improvviso cambio di ruolo, da sposi a “caregiver”, trasforma la loro casa in un campo di battaglia emotivo in cui le giornate si riempiono di tensioni, sorrisi trattenuti e stanchezza nascosta. Ogni mattina si risvegliano con il peso di una responsabilità che non avevano immaginato, cercando di bilanciare i bisogni di una madre che, inaspettatamente, ha perso autonomia, con quello di mantenere viva la loro relazione.

Non è raro che in queste situazioni si instaurino silenzi carichi di frustrazione, incomprensioni e, a volte, rancori sottili che minano la complicità di una coppia. Stefano, diviso tra la responsabilità verso sua madre e il desiderio di supportare la moglie, lotta quotidianamente con il senso di colpa e la pressione sociale che lo spinge a essere un figlio perfetto e un marito presente. Elena teme di perdere l’intimità che credeva eterna e spesso si isola nelle sue preoccupazioni, sentendosi invisibile nelle priorità che la nuova situazione impone. Questa dinamica, se non vissuta con consapevolezza, rischia di far accumulare stress e malcontento. Ci si può sentire in trappola, senza più tempo per sé stessi o per la coppia, con il rischio di aumentare il distacco emotivo e la distanza comunicativa. È noto che molte coppie che affrontano il ruolo di “caregiver” familiare sperimentino un alto rischio di burnout relazionale, un fenomeno caratterizzato da problemi emotivi, deterioramento della comunicazione e difficoltà nel mantenere la complicità.

Come salvare il loro legame da questa tempesta? La chiave risiede in piccoli accorgimenti quotidiani, in gesti concreti che permettono di mantenere il contatto umano e il rispetto delle emozioni reciproche, anche sotto il peso della stanchezza e dello sconforto. Innanzitutto, il nutrimento della comunicazione autentica è fondamentale: dedicare momenti in cui esprimere senza filtri ciò che si prova, senza timore di essere giudicati, aiuta a costruire una rete di sostegno reciproco. Elena e Stefano si sono organizzati, per ritagliarsi momenti ogni sera, anche solo 15 minuti, in cui parlare dei loro sentimenti, delle difficoltà incontrate e di ciò che li fa stare bene. Questa routine ha permesso di uscire dai silenzi carichi di tensione e di evitare fraintendimenti che avrebbero potuto minare ulteriormente il loro rapporto. Dividere i compiti in modo chiaro è un secondo pilastro per affrontare la complessità di assistere un familiare fragile senza consumarsi. Organizzare turni e responsabilità evita che uno dei due partner si senta sovraccaricato o abbandonato. Nel loro caso, hanno creato un calendario visibile in cucina dove annotano orari, visite mediche, e chi si occupa di quale compito, dalla somministrazione dei farmaci alla gestione della logistica e delle emergenze. Questo strumento semplice, ma efficace, ha ridotto i conflitti legati all’organizzazione e ha permesso a entrambi di avere una visione chiara e condivisa della situazione. Un’altra risorsa preziosa è chiedere aiuto esterno. Molto spesso chi si prende cura di un familiare anziano ha difficoltà a riconoscere i propri limiti o teme di gravare sugli altri. Elena e Stefano hanno imparato a coinvolgere parenti più lontani, amici di famiglia e i servizi di assistenza domiciliare che offrono supporto per alcune ore. Questo tempo libero, anche se breve, è stato fondamentale per ricaricare le energie, ritrovare la serenità e dedicare attenzione alla relazione coniugale.

Non meno importante è la cura di sé. Preservare momenti per il proprio benessere psico-fisico è un gesto indispensabile per mantenere l’equilibrio e la lucidità necessari ad affrontare giornate spesso pesanti. Elena ha ripreso piccoli hobby, come la lettura o la ginnastica dolce, mentre Stefano ha trovato sollievo in brevi uscite con gli amici o passeggiate nella natura. Questi spazi personali hanno contribuito a ridurre lo stress e a evitare la cosiddetta “esplosione di rabbia” che spesso si manifesta quando le risorse personali sono esaurite. Coltivare momenti di intimità e complicità nella coppia è il quarto aspetto su cui hanno lavorato con impegno. Nonostante le preoccupazioni e le difficoltà, Elena e Stefano si sono impegnati a mantenere piccole tradizioni: una cena senza telefoni, una serie TV condivisa prima di dormire, o una gita domenicale. Questi momenti di leggerezza sono stati preziosi per ricordare il “perché” della loro unione e per rinforzare quell’alleanza che in situazioni di stress tende a indebolirsi.

Questa esperienza – fatta di momenti duri e di coraggio condiviso – ha trasformato la loro relazione. Il prendersi cura del genitore anziano diventa non solo una fonte di fatica, ma un’occasione per rafforzare il dialogo, riscoprire la pazienza e imparare a sostenersi con empatia. La resilienza di coppia, spesso, si costruisce proprio nelle sfide, quando la comunicazione e la collaborazione riescono a superare le difficoltà.

Il cammino è certamente impegnativo, ma ricordiamoci che, come disse Lev TolstojPer essere felice, occorre una cosa sola: amare, e amare con sacrificio di sé».

 

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