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Il nuovo bilancio europeo

di Fabio Di Nunno

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Inizia l’iter per approvare il bilancio, che, seppure aumenti, sembra scontentare tutti.

Il commissario europeo al bilancio, Piotr Serafin, durante la presentazione del bilancio Ue. EPA/GUILLAUME HORCAJUELO

La Commissione europea ha presentato il nuovo bilancio dell’Unione europea (Ue), meglio detto il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2028-2034, che arriva a 1.816 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto a quello del periodo 2021-2027, con un aumento dall’1,1% all’1,15% del prodotto interno lordo Pil dell’insieme degli Stati membri. La proposta di bilancio, presentata prima alla stampa e poi al Parlamento europeo dal commissario europeo per il bilancio Piotr Serafin, ha già prodotto i primi malumori nella stessa maggioranza Ursula che sostiene l’esecutivo di Bruxelles.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha osservato che «il nostro nuovo bilancio a lungo termine contribuirà a proteggere i cittadini europei, a rafforzare il modello sociale europeo e a far prosperare l’industria europea». Allo stesso tempo, «in un momento di instabilità geopolitica, il bilancio consentirà all’Europa di plasmare il suo destino, in linea con la sua visione e i suoi ideali», in modo che «sostenga la pace e la prosperità e promuova i nostri valori. […] È lo strumento migliore che possiamo avere in questi tempi incerti». Infatti, si tratterebbe di un bilancio «più ampio, più intelligente e più incisivo», che è «all’altezza dell’ambizione europea, che affronta le sfide dell’Europa e che rafforza la nostra indipendenza».

Ci vorranno un paio di anni di trattative tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e gli Stati membri, prima di giungere al bilancio definitivo, ma non sarà facile giungere ad un compromesso. Infatti, se il Parlamento europeo normalmente guarda sempre di buon occhio un aumento dei fondi dell’Ue, per gli Stati membri ogni risorsa aggiuntiva si traduce in una riduzione di risorse per il proprio Paese; tant’è che per Eelco Heinen, primo ministro olandese, il budget proposto sarebbe troppo ampio, laddove, invece, non bisognerebbe concentrarci sempre e solo su come l’Ue possa spendere di più, ma piuttosto su come i fondi esistenti possano essere spesi meglio.

Se Paesi come la Francia non sarebbero disposti ad aumentare il proprio contributo al bilancio europeo, faticando a coprire già il proprio bilancio nazionale, la Germania, il più grande e ricco Stato membro, ritiene anche rischioso espandere le risorse dell’Ue in un momento in cui gli elettori europei simpatizzano sempre più per partiti populisti e antieuropeisti, temendo soprattutto un debito comune.

La Commissione europea ha proposto di stanziare 865 miliardi di euro per i Piani nazionali e regionali, che potrebbero includere la politica regionale e la Politica agricola comune, che pure verrà ridotta di 86 miliardi di euro, rappresentando attualmente i due terzi del bilancio europeo. In particolare, i sussidi agli agricoltori e i trasferimenti di risorse alle regioni più povere, che sono sempre stati il cuore del bilancio europeo per decenni, rappresenteranno una quota significativamente inferiore della spesa totale nei prossimi anni.

La Commissione europea ha proposto di stanziare 410 miliardi di euro per il Fondo europeo per la competitività, che punterà sul rafforzamento dell’industria della difesa europea, sulla promozione dell’innovazione e sul sostegno alla transizione, destinando specificatamente 131 miliardi di euro per la difesa e lo spazio.

Ancora, dovrebbero essere stanziati 200 miliardi di euro per Europa globale, che comprende aiuti allo sviluppo e assistenza ai Paesi limitrofi, 100 dei quali per l’Ucraina, nonché 292 miliardi di euro ad altri programmi, tra cui lo smantellamento nucleare e la giustizia, e 49 miliardi di euro per il programma Erasmus+.

Da dove verranno questi soldi? Innanzitutto, i rimborsi del debito serviranno a coprire i prestiti dell’Ue sui mercati dei capitali e non saranno spesi per priorità quali l’agricoltura o la difesa. E già qui vi sono i primi malumori da parte dei partiti di centrodestra. Inoltre, la Commissione europea ha ipotizzato tre nuove imposte mirate ai rifiuti elettrici, ai prodotti del tabacco e alle aziende europee per ripagare il debito generatosi durante l’era Covid, che si stima costerà dai 25 ai 30 miliardi di euro all’anno.

Inoltre, la Commissione europea ha confermato le proposte del 2021 per l’imposizione di una tassa sulle emissioni di carbonio e di una quota di partecipazione alle entrate generate dal sistema di scambio di quote di emissione. Tutto questo dovrebbe portare a delle entrate di 58 miliardi di euro all’anno. Infine, va segnalata l’iniziativa Catalyst Europe, che prevederebbe la possibilità che gli Stati membri investano negli obiettivi europei ricevendo prestiti garantiti dalla stessa Ue per 150 miliardi di euro.

L’annuncio della presentazione della proposta di bilancio, come si diceva, dà il via ad almeno due anni di negoziati con il Parlamento europeo e con gli Stati membri. I leader delle famiglie politiche che sostengono l’esecutivo di Bruxelles, Manfred Weber (Partito Popolare Europeo), Iratxe Garcia Perez (Socialisti & Democratici), Valery Hayer (Renew), e Bas Eickhout e Terry Reintke (Verdi), si sono affrettati a dichiarare che il Parlamento europeo non accetterà alcuna riduzione nel proprio ruolo di controllo e scrutinio democratico sul bilancio europeo o, peggio ancora, una rinazionalizzazione delle principali politiche dell’Ue, che pure è stata profilata, fumo negli occhi per il commissario europeo per la politica regionale e di coesione, l’Italiano Raffaele Fitto.

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