Il mio bambino parla poco

Mio figlio ha 20 mesi, non parla molto e quando vuole qualcosa fa dei gesti o dice qualche semplice vocabolo. Ho visto altri bambini della sua età che già si esprimono bene… È normale? Mi devo preoccupare?. Anna Nella maggior parte dei casi come quello da lei descritto, il fenomeno è normale e non deve destare alcuna preoccupazione, purché siano presenti i prodromi del linguaggio, che sono la comprensione, l’elaborazione e la produzione dei termini. Generalmente le tappe principali dello sviluppo linguistico si collocano tra 8 e 36 mesi di età. In seguito la competenza del linguaggio di base si espande e si perfeziona. Le tappe più importanti però sono le prime due: l’inizio della comprensione delle parole e della produzione di esse. Ciò avviene nei primi 18 mesi ed è indispensabile per verificare le capacità del bambino. L’inizio della comprensione è collocabile fra gli 8 e gli 11 mesi ed è fortemente influenzato dal contesto. Il bambino, di solito, è in grado di rispondere in modo appropriato soltanto a semplici inviti come batti le mani, fai ciao. Se questi stimoli sono ripetuti e il bambino risponde correttamente, significa che la comprensione elementare delle parole è acquisita. Già nel secondo anno di vita la comprensione aumenta e generalmente il bambino passa da una comprensione di 60 parole a 10 mesi a circa 200 parole a 16 mesi. Nello stesso periodo egli comincia a produrre le parole, dapprima come ripetizione durante il contesto, poi anche senza il contesto. Questa produzione varia da bambino a bambino: ve ne sono che arrivano entro i venti mesi a 50 parole, e altri più precoci anche a 500 /600 parole. L’ultima tappa di base importante per il linguaggio è la combinazione di parole, che caratterizza la struttura minima nucleare della frase. Naturalmente, oltre alle capacità del bambino, sono molte le variabili che entrano in gioco. I genitori possono aiutarlo parlandogli in modo affettuoso, carico di emotività, o leggendo al bambino i giocattoli… Sì, un giocattolo si può leggere e può essere la fonte di racconti e di storie fantastiche che sviluppano in lui la fantasia, il desiderio di conoscere, la creatività. Egli allora comprenderà sempre più che la parola è frutto di attenzione, di amore, di cura. In fondo il vero significato del linguaggio è quello di facilitare i rapporti e il dialogo fra le persone, la gioia di stare insieme. Penso che sia uno dei più grandi doni che Dio ha dato all’uomo.

I più letti della settimana

Osare di essere uno

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Focolari: resoconto abusi 2023

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons