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Il magnifico giardino dei carismi

a cura di Redazione Città Nuova Editrice

In libreria e in tutti gli store online da oggi, 18 luglio, un saggio che esplora il rapporto tra i Focolari e i altri ordini religiosi. A firma di Fabio Ciardi e Elena Del Nero.

Giardino (foto Pexels – Leigh Patrick)

Nella storia del Movimento dei Focolari una pagina particolare è rappresentata dall’incontro di diversi membri di alcune famiglie religiose con la spiritualità dell’unità. Oggi quella storia è raccontata in un saggio scritto da Fabio Ciardi ed Elena Del Nero, Un magnifico giardino, in uscita oggi, 18 luglio. Nella prima parte Elena Del Nero, avvalendosi di numerosi documenti inediti, ripercorrere i rapporti intessuti da Chiara Lubich con alcuni religiosi e delinea l’emergere di un’originale fisionomia di relazionalità tra doni dello Spirito; la seconda parte, a cura di Fabio Ciardi, offre una lettura sapienziale della presenza dei religiosi nell’Opera di Maria, alla luce del magistero ecclesiale.

Ne parliamo con Alba Sgariglia, direttrice del Centro Chiara Lubich.

Il testo approfondisce il rapporto tra il carisma dell’unità e i carismi di numerosi ordini religiosi. Puoi dirci qualcosa a riguardo? Cosa emerge dal testo?

Ci troviamo senza dubbio di fronte ad un testo molto ricco e un po’ unico nel suo genere. Già il titolo del volume Un magnifico giardino è molto eloquente. Riprende infatti una metafora usata da Chiara Lubich per esprimere la straordinaria, colorata varietà dei carismi presenti in duemila anni dalla nascita della Chiesa. Un modo originale, “poetico”, per descrivere una profonda realtà ecclesiologica: quel “profilo mariano” rappresentato dai carismi che da sempre ha affiancato il “profilo petrino”, cioè la Chiesa istituzione.

Nella storia del carisma dell’unità assistiamo a questa funzione in modo molto evidente: un carisma nascente, nuovo, annunciato da una giovane donna, laica, che in breve tempo si diffonde e dilaga nel mondo. Accanto a lei, fin da subito (siamo ancora nei primi anni ’40) troviamo ordini religiosi, i più vari, che attraverso alcuni esponenti, colpiti dalla luce di questa vita evangelica rinnovata, si fanno a loro volta “sostenitori”, “difensori”, “portavoce” del messaggio; messaggio nel quale trovano essi stessi, ciascuno personalmente, nuova vitalità e nuovo slancio nei confronti anzitutto del proprio carisma.

Tutto ciò è particolarmente sorprendente nello studio offerto da questo volume. I molteplici documenti riportati attestano dalla viva voce dei protagonisti l’esperienza vissuta. Ne ricordo solo uno a mo’ di esempio, che mi sembra esprima anche gli altri. Un francescano, in una lettera del 1954 scrive: “Alla luce dell’Ideale dell’unità ho riscoperto il senso della mia vocazione francescana e sacerdotale” (p.78).

È quello che è accaduto a tanti, religiosi e religiose che hanno avvicinato il carisma dell’unità: una profonda riscoperta del proprio fondatore, dello specifico del proprio carisma, in comunione con gli altri carismi, con gli altri “fiori” del magnifico giardino della Chiesa.

Penso che questa sia una delle peculiarità più “nuove”, più originali, più sfidanti del messaggio di Chiara, e non solo per l’epoca postbellica e preconciliare in cui nasce, ma ancora oggi, per le sfide che pone il terzo millennio.

Sembra un paradosso, come ben esprime padre Silva nella sua prefazione: il carisma di Chiara ha la missione di portare l’unità tra i carismi. Una missione tutta “mariana” nel senso che – cito dalla prefazione -: “è Maria che nel Cenacolo lega tra loro gli apostoli senza avere la missione dell’apostolo” (p.14).

Un testo che ha per oggetto il rapporto dell’Ideale con gli altri carismi. Può essere una lettura utile e formativa per tutti gli appartenenti all’Opera di Maria?

Senz’altro può esserlo perché, se da una parte emerge ciò che il carisma dell’unità ha suscitato negli altri carismi, la ricerca di questo volume della collana “Studi e Documenti” verte anche sul ruolo veramente unico, straordinario, che i carismi antichi – per così dire – hanno avuto accanto ad un carisma così nuovo e diverso da quelli esistenti all’epoca.

Nelle situazioni più difficili e complesse dei tempi in cui il Movimento era all’esame del Sant’Uffizio, i religiosi sono stati di grande sostegno – spirituale e non solo -, per Chiara e per i suoi primi e prime compagne. La loro presenza dava la sicurezza a Chiara – quasi una garanzia – di essere ben innestata nell’albero secolare della Chiesa e al tempo stesso era una conferma per la novità che il suo carisma proponeva.

È una storia che si conosce poco. Una storia tutta da scoprire, a mio parere, non solo per tutti gli appartenenti all’Opera di Maria, ma anche per ricercatori e quanti sono interessati a cogliere il “soffio dello Spirito” nel disegnare la storia dei carismi nella Chiesa, la continuità e insieme la novità di ciascuno.

Il testo Un magnifico giardino fa emergere – si potrebbe dire ricorrendo ancora a termini teologici – la “pericoresi”, la “mutua inabitazione” tra i carismi e la loro funzione nei rapporti della Chiesa istituzione: un dato importante, attualissimo che – nella scia del cammino sinodale intrapreso -, conferma la “coessenzialità” delle due componenti (carismi e istituzione), recentemente menzionata anche da papa Leone ai responsabili delle aggregazioni laicali, il 6 giugno scorso (cf. Leone XIV, Alle aggregazioni laicali, 6 giugno 2025).

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