Il Magazzino del vento di Trieste

Rino, professione copywriter, ha un "tarlo" da creativo: inventare un souvenir tipico della sua città. E cosa c'è di meglio che la bora? Da un oggetto a un museo. Un racconto pieno di sorprese.
Trieste

Il tarlo gli si insinuò a Lisbona, era il 1999. Rino, che di professione fa il copywriter – per capirci, l’uomo che scrive gli slogan pubblicitari – si trovava lì in vacanza, con la sua morosa di allora. Intorno, brulicava il rumoroso quartiere di Alfama, con le sue scalinate, le stradine colorate di ceramica dipinta, i tradizionali azulejos, e i negozi, stracolmi di souvenir, primo fra tutti, il leggendario gallo di Barcelos. Il suo tarlo era: perché nessuno si era ancora inventato un souvenir veramente tipico, autentico, anche per la sua città, Trieste? Sono tarli da creativi, di quelli che marcano a uomo, che ti seguono mentre cammini, fai colazione, ti lavi i denti. Lo perseguitò fino a Tarifa, Africa, e lì, in hotel ebbe l’illuminazione e il tarlo, finalmente, lo abbandonò: «La Bora!» fece lo scrittore di slogan alla fidanzata «chi meglio della Bora? Dobbiamo mettere la Bora in scatola!». E così fece.

 

Solo che, tra un refolo e uno sbuffo, il vento gli prese la mano e il cuore, e il copywriter cominciò ad essere posseduto da un’altra ispirazione: ma se si poteva mettere la Bora in una scatola, perché non dedicarle anche un museo? A lei, la regina dei venti di cui Scipo Slataper scriveva:

“Bella è la Bora. E’ il tuo respiro, fratello gigante. Dilati rabbioso il tuo fiato nello spazio e i tronchi si squarciano dalla terra e il mare, gonfiato dalle profondità, si rovescia mostruoso contro il cielo. Scricchia e turbina la città quando tu disfreni la tua rauca anima.”

All’idea del museo si appassionarono anche tanti amici, triestini e non, gli Ambasciatori eolici, che con lui cominciarono a diffondere la cultura, la ricerca scientifica e il gioco legato alla Bora. Nacquero i laboratori del vento nelle scuole, le escursioni nei luoghi del vento, le mostre a tema eolico e Girandolart: la festa delle girandole, del vento e della fantasia, con tante cose da fare e imparare con i giocolieri del vento, gli artisti di strada e scienziati appassionati di Bora.

 

Intanto, Rino non abbandonò il sogno di creare un Museo della Bora a Trieste. Così, un giorno, mentre si spostava per andare a lavorare a Udine, gli venne in mente come avrebbe voluto che fosse organizzato: l’area scientifica, quella delle curiosità sulla Bora, l’area letteraria, le testimonianze e poi, la “Sala del soffio” dove far fare l’esperienza dei réfoli di Bora ai visitatori. Lo scrisse di getto su un blocchetto uscito dal cruscotto, era il progetto di un museo vero, già diviso in sezioni. Era il sogno di catturare la Bora per raccontarla a tutti, grandi e piccini, scienziati e ignoranti, triestini e non, giocando tra scienza, arte e cultura. Nei suoi sogni, doveva essere un luogo aperto oltre il confine, vivo come la Bora, un luogo d’incontro e di scambio di idee.

«La regola è fare», si disse. Intanto che il sogno di un museo attendeva a realizzarsi, Rino decise di crearne lui una piccola copia possibile. L’occasione venne quando lasciò il lavoro a Udine e tornò a lavorare a Trieste. Pensò: «perché invece di comprarmi un posto auto, non cerco un magazzino?»

Fu così che nel 2004 fu inaugurato “Il Magazzino dei Venti”.

 

Oggi, lo potete trovare a Trieste, in via Belpoggio numero 9, dietro le rive. Prima era un deposito di carta, ora è un piccolo poetico luogo dove scoprire il vento, in un viaggio tra memoria e creatività. E’ il sogno di Rino e degli Ambasciatori Eolici in piccolo, un museo in progress dove scoprire la Bora attraverso gli oggetti esposti, un pizzico di gioco e fantasia.

Come un vero museo, il Magazzino dei Venti ha le sue collezioni. C’è la Collezione artistica: una piccola galleria d’arte che contiene opere a tematica eolica. Poi, l’Archivio “Silvio Polli”, con fotografie, pubblicazioni, giornali, strumenti scientifici di uno dei più grandi studiosi del vento e della Bora. Un grande spazio è lasciato alle curiosità di Bora e di vento, come le famose corde della Bora. C’è il centro di documentazione eolica con oltre 400 titoli tra libri e filmati, oltre che le tesi di laurea nate dal museo.

Infine, il fiore all’occhiello: l’Archivio dei Venti del Mondo, più di centotrenta venti imbottigliati, inscatolati e impacchettati spediti da amici e visitatori da ogni angolo del pianeta, che si son guadagnati ad honorem il diploma di Ambasciatori Eolici.

Naturalmente, ogni visita al Magazzino dei Venti è personalizzata. Rino Lombardi garantisce: non si esce dal museo senza aver imparato a fare almeno una girandola! Andate a trovarlo, magari portategli un vento e fatevi raccontare da lui tutti gli altri aneddoti di come il suo sogno è diventato realtà.

 

 

Museo della Bora

http://museobora.org/

Via Belpoggio, 9,

34123 – Trieste

Tel. +39.040.307478

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