Il giubileo della regina

Elisabetta II festeggia i sessant'anni di monarchia. Fonte di stabilità e unità per il suo Paese, trova nella fede la fonte della sua forza
Guibileo della regina

Potrebbe sembrare un anacronismo, e magari lo è, ma la monarchia britannica affascina molti in tutto il mondo. Ho conosciuto degli italiani, per esempio, che sanno molto più di me della famiglia reale. Sì, è anche una favola: si può vedere la scena della flotilla sul Tamigi come una perdita di tempo, o come un bellissimo spettacolo che fa gioire milioni di persone in tutto il mondo. Come il matrimonio di William e Kate lo scorso anno, per la maggioranza delle persone è stato un momento molto bello, che ha rallegrato la popolazione in un momento storico non proprio felice.
 
A giudicare dal numero di persone che sono venute a Londra per la festa del 3 giugno – secondo le stime della polizia sono 1 milione e duecentomila – è stato un grande successo. In tutto il Paese, inoltre, ci sono stati migliaia di steet parties. Nel quartiere in cui abito, a Londra, abbiamo organizzato una festa alla quale hanno partecipato quasi tutti i residenti, anche se gli inglesi nel quartiere sono ben pochi. È stata un’occasione per mettere insieme persone di diverse provenienze.
 
Logicamente c’è chi non è a favore della monarchia, ma persino quelli che vi si oppongono farebbero fatica a dire che Elisabetta II non è una persona un po’ eccezionale. Per sessant’anni ha portato alla nazione una stabilità e un’unità che nessun politico è riuscito a darle. E la base del suo impegno è la sua profonda fede cristiana. Elisabetta II è soprattutto una donna di fede, cosa che traspare dal suo comportamento e dalle sue parole. Nel discorso natalizio alla nazione del 2011 ha detto: «Dio mandò nel mondo una persona unica – né un filosofo, né un generale, per quanto importanti siano – ma un salvatore, con il potere di perdonare. Il perdono è al centro della fede cristiana. Il perdono può sanare le famiglie in crisi, può restaurare amicizie e riconciliare comunità divise. È nel perdono che sentiamo l’amore di Dio».
 
Fedele alle sue parole, l’anno scorso Elisabetta II ha preso coraggio ed è andata in Irlanda, dove ha chiesto perdono per tutto il male compiuto in passato. È stato un grande rischio, ma alla fine è stato un viaggio riuscito, che ha sanato le piaghe di secoli fra Gran Bretagna e Irlanda.
 
È facile criticare la monarchia oppure diventare eccessivamente sentimentali verso di essa. Recentemente alcune persone della famiglia reale hanno mostrato le loro mancanze umane, ma la regina è rimasta ncalma nonostante ogni temporale, una luce guida indipendente nel mondo scuro della politica. In questi giorni di festa la gente la vuole ringraziare per quello che rappresenta per loro.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons