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Il G8 elevato da Benedetto XVI e da Obama

di Michele Zanzucchi

- Fonte: Città Nuova

Michele Zanzucchi, autore di Città Nuova

Due leader che ci fanno pensare. L’etica del fare ha bisogno di un’ascesi del pensiero per portare frutto.

Il G8 elevato da Benedetto XVI e da Obama
Una regia indiscutibilmente sapiente ha portato il papa a far uscire la sua enciclica economico-sociale in coincidenza con il G8 de L’Aquila. Al di là della portata culturale e dottrinale del testo, emerge assai fortemente la costatazione che il nostro pianeta, orfano di grandi figure come lo erano stati a loro modo Giovanni Paolo II, Gorbaciov, lo stesso Clinton… non può fare a meno di uomini e donne che richiamino il pianeta a "pensare alto" e ad "agire coerentemente" con il proprio profondo sentire. Benedetto XVI ha presentato la sua visione di un’economia solidale e giusta, dettata dall’amore. E quest’appello, in epoca di crisi economica, non può non essere ascoltato dai grandi di questo mondo.

Accanto a lui il primo presidente nero statunitense appare anch’egli una figura di alto profilo, scevro da ogni pettegolezzo, intento – nel discorso del Cairo, così come nei colloqui moscoviti – a rifondare le basi della convivenza civile mondiale. Ci fanno pensare papa Ratzinger e Barack Obama. Esercizio periglioso e nel contempo ormai merce rara. Stritolati come siamo dalla necessità di arrivare a fine mese o intenti a comunicare senza sosta su twitter e facebook, spesso dimentichiamo cosa voglia dire pensare, quanto sia necessario pensare prima di agire.
 

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