Il freddo, il fango e uno storico argento che viene dal Nord

Ciclocross, l’altoatesina Eva Lechner regala all’Italia la prima medaglia iridata al femminile: spettacolo di suoni e colori in Olanda, dove la bici è religione o quasi
Eva Lechner

Le due ruote come stile di vita. In strada, lungo i sentieri di montagna, sul fangoso sterrato del Nord. Nord inteso come Italia, o più precisamente Appiano, Alto Adige; ma Nord inteso anche come Olanda, che ciclisticamente parlando appartiene all’Europa settentrionale (vedasi le celebri classiche del Nord che si disputano in primavera da quelle parti).

Ed è proprio lì, a Hoogerheide – località del Brabante, guarda un po’, settentrionale – che l’altoatesina Eva Lechner ha riscritto la storia del ciclocross femminile azzurro. In Olanda, infatti, la poliedrica atleta nata a Bolzano ma cresciuta ad Appiano ha conquistato una meravigliosa medaglia d’argento mondiale, seconda solo alla padrona di casa, la “marziana” Marianne Vos, una che tra strada, pista e cross ha conquistato la bellezza di 12 titoli iridati e due olimpici.

Così come la sua celebre collega, anche Eva si divide fra tre discipline del ciclismo, con la differenza che alla pista preferisce la mountain bike. E, del resto, non potrebbe essere altrimenti, per una ragazza che viene dalle montagne altoatesine: una passione che l’ha portata a conquistare un bronzo individuale e tre ori iridati a squadre, prima di sperimentare – col medesimo successo – il ciclocross. E su strada, va detto, non è mica ferma: un titolo italiano nel 2007 e la maglia azzurra in occasione dei mondiali 2008. «Grazie a Dio per avermi dato questo talento», dichiara lei con grande semplicità.

Prima tra le umane, insomma, la 28enne Eva, che se da un lato non è riuscita a spezzare il dominio della Vos (al sesto trionfo consecutivo, il settimo in totale), dall’altro ha portato all’Italia la prima medaglia iridata al femminile. Un risultato – come detto – storico, in una disciplina tanto spettacolare quanto faticosa, che meriterebbe ben altra visibilità e un meritatissimo riconoscimento olimpico (di un suo inserimento nel programma dei Giochi invernali si parla ormai da tempo).

Dalla strada allo sterrato, dal fango ai gradini (o gradoni) da fare con la bici in spalla, il fascino del ciclocross richiama migliaia di spettatori soprattutto in quei Paesi – Belgio, Olanda, Repubblica Ceca – dove è religione o quasi. «Quanta gente! – ha infatti esclamato Eva al termine della gara –. E che bello sentire i tifosi stranieri scandire il mio nome. Olandesi, svizzeri, belgi, francesi: ho avuto un tifo meraviglioso, non solo da parte degli italiani, dall’inizio alla fine». La magia del Nord, la magia delle due ruote.

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