Il fango e la vanità

La comunicazione mediatica s’è infilata nel vicolo cieco dell’asservimento alle fazioni politiche. Col “dossieraggio” e la sistematica distruzione dei nemici il baratro si spalanca.
Giornali

Dopo un’ora mattutina di lettura dei giornali e dei siti di informazione più importanti lo sconforto prende alla gola. Se non addirittura il disgusto. Fango, fango e ancora fango, in un panorama mediatico che pare lo sbocco convulso di cloache più che il convergere di tanti rivoli di notizie, più o meno buone, più o meno confortanti, ma in ogni caso veritiere.

Penso naturalmente ai tanti giovani che si illudono ancora che, entrando nel mondo dei media, possano contribuire alla diffusione della verità, alla costruzione del bene comune, alla ricerca del diamante nel fango. Purtroppo il fango è tanto, ormai, che di diamanti se ne vedono proprio pochi, la mattina, quando si sfogliano centinaia di pagine di carta.

 

Avevo bisogno di ossigeno, sono entrato in chiesa. La prima lettura della messa mi ha aiutato ad uscire da questi cupi sentimenti d’impotenza. Una lettura nota dal Qohelet: «Tutto è vanità delle vanità». È proprio così, il sentimento che prevale dopo un’ora di lettura di giornali è: vanità. E mi sono così ricordato che questa parola, vanità, dal latino “vanitas”, che per noi suona come un concetto astratto, nella sua origine ebraica era invece un termine concretissimo, “hebel”, che indicava il vapore, l’appannamento del vetro, la cortina di nuvole che impedisce la vista. Il nulla, quel che non permane.

Ecco: i dossieraggi ripetuti e senza possibilità di verifiche, lo scredito gettato sui nemici, la sistematica utilizzazione della menzogna, il continuo mutare opinione senza memoria alcuna di quanto s’è detto pochi minuti prima da parte dei potenti… Tutto ciò è “hebel”, è vapore, è nulla, è impalbabile svilimento della verità.

 

E allora basta – un BASTA alto e forte – con queste pompe che sputano fango e liquami sulla società intera. Non se ne può più. Serve un sussulto della categoria dei giornalisti e dei mediatici, perché di questo passo si giungerà alla distruzione del sistema mediatico stesso. Basta, per favore.

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