I fondi per i pacchi natalizi alle famiglie in crisi

Parte nella diocesi di Milano l'operazione Natale 2010 per aiutare i nuclei familiari in difficoltà.
Duomo di Milano

Perché non devolvere l’equivalente del pacco natalizio o dei regali aziendali al Fondo Famiglia Lavoro per aiutare chi il lavoro ormai non ce l’ha più? Sono sempre di più le richieste che arrivano alla Diocesi di Milano da parte di famiglie in stato di necessità a causa dei licenziamenti provocati dalla crisi economica. Per questo, le aziende che hanno resistito a questi anni difficili, insieme ai loro dipendenti possono essere solidali con i colleghi meno fortunati.

 

È questa la proposta lanciata dal Fondo Famiglia Lavoro in occasione del prossimo Natale. Si tratta, spiegano nella presentazione del progetto: «di un percorso di sobrietà e solidarietà che aiuterà tutti e che, soprattutto, potrà creare occasioni di vicinanza, scambio e approfondimento su tematiche importanti e significative. Aiutare le famiglie che hanno perso il lavoro a causa della crisi a non scivolare nella morsa della povertà può essere un gesto decisivo per la vita di tante persone». E ancora si legge: «tutti possiamo fare qualcosa, perché la crisi si può vincere rimettendo in circolo quei valori etici da troppo tempo soffocati dalla necessità di una crescita continua e senza freno e dalla avidità del volere sempre di più».  

 

Sono ormai trascorsi due anni dal varo, nella notte del Natale 2008, del Fondo che ha toccato il “tetto” dei nove milioni di euro raccolti. E ora parte l’operazione Natale 2010, concretizzata in due modalità, spiega Luciano Gualzetti, segretario generale del Fondo e vicedirettore della Caritas Ambrosiana: «Diciamo alle aziende: potete devolvere al Fondo l’intero pacco dono e dare ai dipendenti un biglietto di augurio, che possiamo proporre con i nostri uffici, col simbolo del Fondo famiglia-lavoro. Oppure inserire in un pacco dono, che comunque rimane, questo biglietto con il quale si dice che parte del valore del pacco è stato devoluto al Fondo».

 

Il senso della proposta è seguire le indicazioni del cardinale Tettamanzi, che invita coloro che non sono stati colpiti dalla crisi di considerare che, comunque, ci sono altri lavoratori che hanno perso il lavoro e non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Aderire a questa proposta vuol dire anche avere la possibilità di un approfondimento sul valore della solidarietà. Infatti si possono promuovere dibattiti nei luoghi di lavoro. «Noi del Fondo – sottolinea Gualzetti – siamo disponibili ad andare nelle aziende che fanno questa iniziativa, magari quelle più grandi, per spiegare ai lavoratori il senso del Fondo. Quindi si possono immaginare forme di sostegno, di vicinanza e di scambio di questo tipo, non solo il bigliettino, ma anche un momento di riflessione».

 

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