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Halloween al tempo dei tagli ai sussidi alimentari

di Chiara Andreola

Lo stallo sulla legge finanziaria proposta da Trump negli Usa ha determinato anche il blocco del programma SNAP, sorta di buoni spesa per famiglie a basso reddito. E nel giorno di Halloween, in cui tradizionalmente si spendono parecchi soldi per il trick or treating, c’è chi si interroga se sia giusto farlo anche quest’anno

Decorazioni di Halloween alla Casa Bianca. EPA/JIM LO SCALZO

Premesso che negli Usa la festa di Halloween è cosa assai diversa da come ce la immaginiamo qui in Italia – molto meno “paurosa” e molto più “festosa”, più affine al nostro carnevale con tanto di sfilate nelle strade -, c’è da dire che Oltreoceano si preannuncia una festa più “magra” di quella degli anni scorsi.

In primo luogo perché i prezzi di caramelle, dolciumi e affini per il tradizionale “trick or treating” (l’usanza dei bambini di andare di casa in casa a chiedere caramelle) sono significativamente cresciuti: secondo i dati riportati dalla CNN, si prevede un incremento medio del 10,8%, contro il +2,1% dello scorso anno – quando la spesa degli americani per questo fine fu di 7,4 miliardi di dollari. Tra le ragioni dell’aumento ci sono anche i dazi, che hanno colpito in particolare la cioccolata: lì, secondo i dati della Century Foundation riportati dal Guardian, gli aumenti medi saranno del 20%, con picchi del 34%. Insomma, facile che le famiglie americane si trovino a dover essere meno generose verso i trick or treaters.

Il tutto mentre, a causa dello stallo sulla finanziaria, rimangono bloccati gli 8 miliardi di dollari già stanziati per il programma SNAP, che eroga una sorta di buoni spesa o buoni pasto per le famiglie al di sotto di una certa soglia di reddito – cosa che ha peraltro provocato la sollevazione di 25 Stati che hanno fatto ricorso contro l’amministrazione Trump, che nel frattempo ha però stanziato 20 miliardi per aiuti pubblici all’Argentina di Milei.

La cosa, oltre al tumulto politico, ha sollevato però anche la coscienza del popolo del web – sempre che il popolo del web ne abbia una, beninteso. Tanti si stanno infatti chiedendo se sia giusto spendere tutti quei soldi (alcune famiglie arrivano anche a 200 dollari) per caramelle, quando tante persone (sono 40 milioni i destinatari del programma SNAP) sono in difficoltà; o se sia giusto lasciare che i propri figli vadano a bussare alle porte, senza sapere se dall’altra parte c’è qualcuno che non può permettersi questa spesa (anche se c’è l’usanza, per chi non intende regalare caramelle, di non decorare e lasciare spente le luci della veranda come segnale).

Naturalmente le opinioni si dividono. C’è chi sostiene che non è giusto che i bambini debbano rinunciare ad un’esperienza di divertimento per qualcosa di cui non hanno colpa; specie quelli che provengono da famiglie che caramelle e dolci non se li possono permettere, e quindi non avrebbero altre occasioni di goderseli. Oltretutto, anche questa – si fa notare – è un’occasione di socializzazione, in tempi in cui si fa un gran parlare di come viceversa queste opportunità manchino. Non è necessario né salutare ingozzarsi, si può regalare anche poco, l’importante è incontrarsi.

C’è chi propone di sostituire le caramelle con altri cibi, ugualmente “sfiziosi” ma meno costosi e più nutrienti (da piccole porzioni di “mac&cheese”, a pizzette, fino a minestre calde) per “salvaguardare” ad un colpo solo il divertimento, i denti e le finanze familiari. C’è chi afferma che, potendoselo permettere, insieme ai dolci preparerà anche delle borsette con cibo non deperibile, che chi desidera potrà portare a casa. Qualcuno racconta addirittura che nel suo vicinato è nata la tradizione che, almeno chi può, prepari una vera e propria festicciola nel portico per chiunque voglia unirsi, con tanto di pasti caldi: e a nessuno ovviamente viene chiesto se lo fa per il puro gusto di stare insieme, o perché non dover pensare, almeno per una sera, a che cosa mettere in tavola, è un grande aiuto. Un’idea magari nata qualche anno fa semplicemente come momento di socialità di vicinato, e che ora assume anche questo significato.

C’è chi si impegna a fare invece una donazione a mense dei poveri o altri enti caritatevoli, che ritiene meglio possano provvedere alle esigenze delle famiglie in difficoltà, ed evitando così di mettere in imbarazzo chi si troverebbe a dover “elemosinare” alimenti di prima necessità invece che caramelle; o di essersi offerto come volontario o volontaria, dato che molti di questi enti organizzano sorta di “eventi speciali” per questa ricorrenza.

Interessante in ogni caso è vedere come la corrente di chi propone di eliminare del tutto l’usanza del trick or treat sia del tutto minoritaria, a fronte di un gran fiorire di idee per renderlo qualcosa di più improntato alla solidarietà e meno al consumismo.

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