Haiti, sei giorni dopo il sisma

Anche la comunità locale dei Focolari si è messa in moto nell'emergenza.
Haiti

La tragedia di Haiti ha toccato anche la comunità locale dei Focolari. Qui in Canada, centro di riferimento per i Focolari haitiani, abbiamo subito ricevuto messaggi di solidarietà dall’intero Movimento dei focolari, in cui si chiedevano notizie e venivano assicurate preghiere per le vittime e per l’intero Paese.

 

Ci è giunta una mail da suor Marithé Christophe il 14 gennaio. Tutti stanno bene nella zona nordest di Haiti, dove si trova la nostra comunità, ma sono molto preoccupati per le loro famiglie a Port-au-Prince, di cui non hanno ancora notizie.

 

André Weis, del centro dei Focolari di Montreal, ha avuto notevoli difficoltà nel contattare la comunità di Haiti. Sei giorni dopo il sisma è riuscito a parlare al telefono con Wilfrid Joachin, il coordinatore locale del movimento che vive nel nord dell’isola a Mont-Organisé. «Con grande sollievo – ha riferito Weis – abbiamo saputo che due nostri amici che studiano a Port-au-Prince sono sopravvissuti. Wilfrid ha raccontato che quasi ogni famiglia ha avuto almeno una vittima, perché molti si trasferiscono dai villaggi alla capitale per studio o lavoro. Una famiglia di Carice ha perso sette dei suoi otto figli. Adesso, invece, tutti quelli che possono stanno cercando di tornare in campagna».

 

Molte famiglie amiche si sono spostate da Port-au-Prince a Ounaminth, una città del nordest ai confini con la Repubblica Dominicana: «Arrivano senza avere assolutamente nulla, hanno perso tutto – prosegue Weis – spesso non hanno mangiato per giorni e non hanno un posto dove andare. E lo stesso accade in altre città come Mont-Organisé, Savanette e Carice. L’intero Paese è devastato, non va dimenticato. Non possiamo rimanere con le mani in mano: per questo abbiamo pensato di costruire il più rapidamente possibile un centro per queste famiglie». Alcuni anni fa il Movimento dei focolari di Haiti aveva ricevuto in dono un appezzamento di terra: Joachin e gli altri membri del movimento stanno così mettendo a punto un progetto per una struttura che dia alloggio a venti famiglie.

 

Nel frattempo è stato organizzato un centro di distribuzione di cibo, vestiario e medicinali vicino ad un ospedale a Mont-Organisé. «Ci occuperemo di queste famiglie con le nostre scarse risorse» ha aggiunto Joachin. Weis ha sottolineato che il movimento dovrà però fare affidamento su aiuti esterni per portare a termine il progetto, e fa quindi appello alla generosità di tutti.

 

Per informazioni e donazioni, vedi il sito del Movimento dei focolari.

 

 

(traduzione di Chiara Andreola)

 

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