Grecia: anticostituzionale la legge sulle frequenze

Prima sconfitta per il governo, che attacca la Corte. L’ opposizione chiede elezioni anticipate, mentre Tsipras, che sembra ormai in declino, pensa ad un rimpasto, non facile
parlamento greco

La Corte suprema amministrativa greca ha deciso che la cosiddetta legge Pappas è incostituzionale perché la procedura dell’asta è stata attuata dal Ministero dell’Informazione e non dall’Autorità indipendente per la televisione e la radio come prevede la Costituzione.

 

Inoltre, il fatto che sono state assegnate solo quattro licenze è contrario anche al diritto europeo. In seguito a queste valutazioni l’asta è de jure annullata. Si aspetta che il governo riattivi la relativa Autorità Indipendente, unica responsabile per la gestione del settore mediatico.

 

Il fatto che però ha proprio colpito tutti (opposizione, opinione pubblica, analisti) e ha provocato feroci critiche, è stata la reazione del governo che, tramite il suo portavoce, ha attaccato la Corte accusandola di discriminazione e concludendo che la decisione sarà rispettata, ma anche criticata. Tale reazione è stata considerata come una indicazione del panico del governo a seguito della sua prima grande sconfitta.

 

Tsipras aveva investito molto nel risanamento del settore mediatico, ma nel modo sbagliato, con arroganza, populismo e, più di tutto, con la tendenza a manipolare la giustizia. Per questo era più che prevedibile che tutto finisse per diventare un boomerang per il governo.

 

Nea Dimokratia cerca di approfittare della situazione e chiede le elezioni, anche contando sugli ultimi sondaggi che danno Syriza in caduta al 17 per cento nelle intenzioni di voto, contro il 28 per cento dei conservatori di Nea Dimokratia guidati da Kyriakos Mitsotakis. Gli altri partiti dell’opposizione sono indecisi: da una parte accusano Tsipras per le sue tattiche disastrose, ma dall’altra capiscono che le circostanze non sono favorevoli per le elezioni, viste le molte situazioni complicate da gestire.

 

Tsipras pensa al rimpasto di governo, che però non sarà facile. Anzi, la scelta di persone risulta particolarmente difficile perché quelle che Tsipras vorrebbe sostituire, e per buoni motivi, hanno preso molti voti alla Commissione Centrale del partito nel suo recente congresso. Inoltre, c’è sempre l’ala dei 53+ che, anche se non è radicale come quella di Lafazanis, può esercitare pressione sul governo di una maggioranza molto vulnerabile.

 

Il fatto è che la stella di Tsipras è in declino non solo perché ha rinunciato alla sua purezza rivoluzionaria, applicando il programma europeo di sacrifici, ma anche, forse più di tutto, perché ha dimostrato una grande arroganza e ha usato tattiche decisioniste di cui il popolo e il paese non avevano bisogno.

 

E il giorno dopo questo scandalo politico-giudiziario? Non si sa. Forse l’unica soluzione sarebbe un governo di intesa nazionale, senza però elezioni. Una tale soluzione però richiede maturità politica, conoscenza della situazione in cui si trova il Paese e volontà di guidarlo fuori dall’occhio del ciclone. Inoltre ci sarebbe bisogno di superare egoismi e ideologie politiche, concentrandosi sulla salvezza del Paese e non sulla sopravvivenza dei partiti. Si vedrà e presto.

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