Grazie Maura e Fulvio

Una conferenza stampa di 3 minuti e 30 secondi, ma così densi da essere un momento speciale di dignità fuori dal comune di una famiglia semplice in attesa del ritorno della loro figlia tredicenne.
Gambirasio

 

Una ventata d’aria fresca, quella di montagna, magari delle prealpi bergamasche.

Proprio così, da quell’oggetto ormai più assomigliante ad una palude di sabbie mobili, di chiacchiere al vetriolo, di notizie spesso senza verità – la TV – è apparsa una goccia di luce e di sole nei volti semplici, pieni si di dolore, ma di dignità, una dignità così grande da far scomparire ogni altra cosa: mamma e papà Gambirasio, i genitori di Yara scomparsa da Brembate di Sopra (BG) ormai da un mese.

E’ difficile prima di una conferenza stampa, rito che ha tutte le sue liturgie e tutti i celebranti, sentire cose come «scusate, ma non siamo molto  abituati a queste cose…» oppure «vogliamo ringraziare tutti perché con tanto amore e con tanto rispetto ci state tenendo su in questo cammino che è di speranza…» E i ringraziamenti speciali «li abbiamo già fatti tramite il signor sindaco» riservatamente.

Con garbo il papà Fulvio estrae dalla tasca un foglietto e inizia «Siamo una famiglia semplice – stringendo la mano alla moglie – siamo un nucleo di persone che ha basato la propria unità sull’amore, sul rispetto, sulla solarità». Se non fosse un grido sommesso di dolore, sarebbe il manifesto della Famiglia, di quella famiglia così criticata e così sola, di quella che non si sa a che giorno del mese arriva con lo stipendio, che educa, che cura e assistite, che lotta….

Certo il primo impeto, guardando il signor Fulvio e gli occhi cerchiati e immersi nel silenzio della signora Maura è commozione e pietà, che dal latino significa rispetto e amore e non solo commiserazione. Ma crediamo che il vero sentimento finale sia ammirazione e voglia di sostenerli, ciascuno con quel che crede: il rispetto, le azioni di volontariato, che loro hanno sentitamente ammirato, o la preghiera.

E ci auguriamo che le parole «ridateci nostra figlia. Lasciate che torni al suo paese, nella sua casa e nelle braccia dei suoi cari» arrivino fino al cuore di un Padre che sa ascoltare. E la grandezza di questi fragili e forti genitori è espressa nelle parole direi d’amore persino, rivolte alle persone che hanno preso la ragazza chiedendo «ai rapitori di “rispolverare” la coscienza di un sentimento d’amore e guardare Yara negli occhi e aprire quella porta o cancello che la separa dalla sua libertà»

Ringraziamo di cuore questi genitori e questa comunità del bergamasco, notoria come gente salda, dalle forti radici e valori, che hanno dato prova di dignità e compostezza di provincia, nel senso mobilissimo del termine, in uno scenario che spesso dignitoso non è.

 

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