Giubileo: simbolo di una società giusta

Continua il nostro viaggio di approfondimento sul significato dell’Anno Santo staordianario. Nostra intervista alla rabbina riformata di Buenos Aires, Silvina Chemen
Rabbina Silvina Chemen

Che significato ha la parola misericordia nella Bibbia?

«Direi che tutte le leggi della Bibbia ebraica hanno a che fare con la misericordia con una forte presa di posizione di impegno etico verso l’altro. Ogni legge sociale ha l’intento di farci diventare responsabili del nostro prossimo con azioni concrete. Nel Levitico leggiamo: “Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria ed è inadempiente verso di te, sostienilo come un forestiero o un ospite, perché possa vivere presso di te. Non prendere da lui interessi né utili, ma temi il tuo Dio e fa' vivere il tuo fratello presso di te”. La misericordia ha a che fare con la realtà sacra della vita quotidiana. È il modo di guardare al prossimo fatto a immagine e somiglianza di un Dio misericordioso. Del resto fare atti di misericordia ha il potere di espiare le nostre trasgressioni. Un racconto del Talmud dice che Rabbi Iehoshua ben Hananiah, passando davanti al monte del Tempio si lamentava dicendo: “Il luogo che avevamo per espiare le nostre trasgressioni è in rovina”. Allora Rabbi Iojanán ben Zakai gli rispose: “Non disperare. Abbiamo ancora un modo per espiare le nostre colpe. Fare atti di misericordia perché, come sta scritto in Osea: “Misericordia voglio e non sacrifici”».

Il Giubileo ebraico di cui si parla nella Bibbia che simbolo rappresenta?

«L'anno del Giubileo nella Bibbia ebraica è la celebrazione del 50 °anno, dopo 7 cicli di 7 anni, in cui la terra si riposa, non è coltivata, non si fa il raccolto, la proprietà ritorna ai proprietari originari, gli schiavi sono liberati e la gente si nutre solo di ciò che cresce spontaneamente. In questo senso il Giubileo è il simbolo di una società giusta che offre eque condizioni dignitose per tutti i suoi abitanti. Annuncia un anno di pace, senza oppressori e uno spirito di santità permea tutta la vita durante l'anno giubilare».

Vista da un ebreo che significato può avere l’Anno Santo della misericordia proclamato da papa Francesco?

«Qualsiasi invito nel nome della pace, dell’armonia, dell’uguaglianza, della spiritualità, qualunque sia la fede religiosa, è proprio la nostra causa. Papa Francesco sa come interpretare la Bibbia alla luce delle necessità di una umanità che chiede un’opportunità di pace che verrà dall’uguaglianza e da una coscienza planetaria e umana».

In che modo potrebbe manifestarsi la misericordia nella società mondiale? In quali campi d’intervento?

«In tutti i campi umani. Nelle nostre famiglie, nei programmi educativi scolastici, negli organismi pubblici, negli ospedali, negli affari, nelle università. Si può educare all’odio, alla competitività, al pregiudizio come alla fraternità, alla reciprocità, alla solidarietà. Dipende da noi affinché la misericordia trapassi le mura dei luoghi sacri per essere lasciata nelle mani della gente».

Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia papa Francesco si augura che possa essere vissuto per essere più aperti al dialogo anche con l’ebraismo? In che modo?

«Prima di essere eletto papa, Bergoglio, in Argentina, viveva i contenuti della Bolla senza proclamarli. È sempre stato ed è un suo elemento distintivo esemplare. E il dialogo interreligioso è uno dei messaggi della misericordia. Non ci sono barriere religiose se ci guardiamo con occhi di misericordia, quando vogliamo condividere e allontanare i dissensi. Il dialogo tra ebrei e cristiani è da approfondire e rafforzare nella vita quotidiana là dove viviamo. È un circolo virtuoso: più ci sarà misericordia, più ci sarà dialogo. E più ci sarà dialogo più ci sarà misericordia nel mondo».

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