Giocare ad essere Amleto

La storia del principe danese viene trasformata in un talent show dove i concorrenti sono rappresentati dal pubblco ingaggiato nel rispondere a domande inerenti il testo scenico, fino alla vittoria di uno di loro
Collettivo cinetico
Di Amleti manipolati, sezionati, perfino negati, ne abbiamo visti un’infinità. In versione tradizionale, moderna, attualizzata, tecnologica. Eppure c’è sempre qualcuno che, nello scavo creativo, inventa un’ennesima variazione.

 

L’”Amleto” della compagnia Collettivo Cinetico di Francesca Pennini, l’estrosa giovane coreografa ferrarese, regista e drammaturga assieme ad Angelo Pedroni, disseziona, con una cifra ludica, di intrigante leggerezza, sempre di intelligente approccio, la storia del principe di Danimarca. La affida a poche didascalie e la trasforma in un talent show con prove sostenute da quattro aspiranti protagonisti del dramma shakespeariano (gente qualsiasi preventivamente avvisata e preparata da un manuale di istruzioni inviatogli due settimane prima) assieme agli spettatori che ad ogni replica vengono trasformati in giuria. Ciascuno si prepara da solo e si presenta a teatro direttamente per salire sul palco.

 

Il divertente gioco scenico vede i concorrenti ignari di quello che accadrà, delle domande che verranno poste ma sanno di doverle trasformare in risposte attraverso azioni fisiche e di recitazione, e che dovranno sfidarsi in una serie di prove che sintetizzano i principi formali dell’opera di Shakespeare. Ad ogni prova avviene l’eliminazione di uno di loro, fino al vincitore che riceverà il titolo di Amleto. Con un sacchetto di carta in testa e due buchi per vedere, saranno in balìa di un conduttore con la voce fuori campo che dà istruzioni, e di tre danzatori-secondini con viso coperto e calzamaglia nera, che li accompagnano. L’operazione teatrale, con le domande poste, attinte dalle tematiche del testo – esempio: “Lei si sente vendicativo o vendicatore?”,  “Ha momenti di dubbi?”, o “Se sua madre improvvisamente sposasse suo zio, cosa farebbe?” – scardina identità intime e private, quale specchio deturpante della sottocultura televisiva, delle mode e dei vezzi del nostro tempo. E pone interrogativi esistenziali.

 

Francesca Pennini e Angelo Pedroni sono specialisti di spiazzanti performance site-specific, di happening, di meccanismi scenici di teatro e danza con professionisti e dilettanti specie giovanissimi e anche stavolta continuano a sorprendere

Ad Armunia Festival Costa degli Etruschi, Castello Pasquini di Castiglioncello (Li), il 21 maggio.

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