Galileo, il gps e l’ora esatta

Dopo gli Stati Uniti d'America e altri grandi Stati, anche l'Europa ha un proprio sistema satellitare di navigazione. Un'occasione persa per una collaborazione comune. Intanto la Rai chiude il famoso servizio orario in onda da 37 anni

Ora anche l’Europa – dopo Usa (Gps), Russia (Glonass), Cina (Beidou) e India (Irnss) – ha il suo sistema satellitare di navigazione: Galileo. Dopo 17 anni tra ritardi e accelerazioni, finalmente 18 dei 27 satelliti previsti sono al loro posto in orbita (a 23 mila chilometri di altezza) e quindi si può cominciare ad utilizzare il sistema. Controllato da Telespazio, con le sue antenne nella piana del Fucino in Abruzzo, il sistema sarà pienamente operativo nel 2020 e permetterà di rilevare la posizione con una precisione notevole: circa 3 metri. Finora i sistemi di localizzazione europei erano dipendenti dal sistema Gps americano, nato per scopi militari e quindi soggetto ad “errori voluti” per non avvantaggiare il nemico.

La localizzazione satellitare non è importate solo per il Tom tom in macchina o per la navigazione in mare: tutte le grandi infrastrutture (civili e militari) sono ormai completamente dipendenti da segnali di questo tipo. Google ha già previsto il supporto di Galileo nella versione Android 6.0 Marshmallow del suo sistema operativo per telefonini. Non si hanno ancora notizie invece da Apple.

Una buona notizia dunque? Indubbiamente sì. L’indipendenza dell’Europa in questo settore strategico non ha prezzo. Resta un po’ di amarezza per il fatto che si è persa un’altra occasione per gestire insieme, a livello planetario, una infrastruttura vitale per il mondo di oggi. Ogni grande potenza, infatti, si sta facendo il suo sistema di posizionamento privato, moltiplicando i costi e riempiendo l’orbita terrestre di satelliti inutili, perché doppioni l’uno dell’altro. A quando l’Onu delle comunicazioni?

Lo stesso rischio di frammentazione affligge Internet, con la tentazione crescente delle grandi potenze di imbrigliare la libertà di navigazione creando sistemi nazionali di comunicazione in grado di filtrare gli accessi al resto della Rete mondiale. Gioie e preoccupazioni legate al digitale, che ha un peso crescente nelle nostre vite di tutti i giorni.

Ce lo ricorda anche un piccolo recente annuncio della Rai: dal 31 dicembre di quest’anno non fornirà più il segnale orario esatto, come avveniva da 37 anni a questa parte. Il motivo è che da quando è passata al digitale la Rai, come le altre emittenti, sconta un ritardo di trasmissione di 3 o 4 secondi, ineliminabile, per cui il segnale comunicato non è esatto, arriva sempre in ritardo. O tempora o mores! Insomma, ogni novità tecnologica ha aspetti positivi (che si vedono subito) e negativi (più difficili da scoprire).

A proposito di novità tecnologiche, infine, si sta già studiando la prossima generazione di sistemi di posizionamento e navigazione: non ci sarà nemmeno più bisogno dei satelliti. Per stabilire la propria posizione basterà infatti misurare l’impatto del campo magnetico terrestre sugli atomi, con la tecnologia del Quantum assisted sensing.

 

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