G7, supporto all’Ucraina e contrasto alla crisi energetica

I leader delle sette democrazie più ricche del mondo intendono coordinare interventi infrastrutturali globali e contrastare la crisi geopolitica nel cuore dell’Europa e la crisi energetica mondiale
Germany G7 Summit (Tobias Schwarz/Pool Photo via AP)

Il G7, il consesso delle sette democrazie più ricche del mondo, ha visto riunire i suoi leader a Schloss Elmau, in Baviera, sotto la presidenza di turno della Germania. Il tema principale della presidenza tedesca è “Progredire verso un mondo giusto” e, all’inizio del mandato, l’obiettivo era guidare i lavori del G7 sulla base di cinque settori di intervento: pianeta sostenibile, stabilità e trasformazione economica, vita sana, investimenti in un futuro migliore, forti insieme.

Ovviamente, la guerra in Ucraina e la crisi economica legata alla crisi energetica hanno modificato il quadro geopolitico e quindi i temi che i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea (Ue) hanno affrontato nelle sette sessioni di lavoro di questo vertice sono: economia globale, partenariati per i paesi in via di sviluppo, politica estera e di sicurezza, sostenibilità, sicurezza alimentare, multilateralismo, trasformazione digitale. La presidenza tedesca ha inoltre invitato i leader di Argentina, India, Indonesia, Senegal e Sud Africa, Stati membri del G20, a partecipare a varie sessioni di lavoro durante il vertice sulle alpi bavaresi.

I leader del G7 hanno annunciato un’iniziativa infrastrutturale globale da 600 miliardi di dollari per contrastare la spinta della Cina, pur senza nominarla direttamente, ad esercitare un’influenza politica e commerciale attraverso massicci investimenti nelle economie emergenti.

Il piano infrastrutturale era stato presentato per la prima volta un anno fa, al G7 del 2021 nel Regno Unito, ma sono stati fatti pochi progressi. Se all’inizio, sotto l’impulso legislativo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, era stato chiamato “Build Back Better World” (ricostruire un mondo migliore), dopo l’implosione della sua agenda nazionale il programma è stato rinominato in “Partnership for Global Infrastructure” (partenariato per una infrastruttura globale), sotto cui si situano anche i programmi dell’Ue e del Regno Unito.

Di fatto, il piano si pone in competizione con la “Belt and Road Initiative” cinese (nuova via della seta), che ha cercato di rafforzare i legami con i paesi in via di sviluppo, in particolare in Asia e Africa, offrendo finanziamenti per progetti su larga scala come strade, ferrovie e porti. Del resto, come spesso accade, questi programmi promettono investimenti senza un effettivo stanziamento di fondi.

La Partnership for Global Infrastructure è però importante per dotare gli Stati membri del G7 di una struttura per coordinarsi unire le proprie risorse nell’offrire denaro alle economie emergenti per spegnere le loro centrali a carbone. Il primo di questi cosiddetti partenariati per una transizione energetica giusta è stato lanciato in Sud Africa, altri sono in discussione in India, Indonesia, Vietnam e Senegal. Gli Stati Uniti hanno già annunciato un progetto di energia solare in Angola, un impianto di produzione di vaccini in Senegal, un reattore modulare in Romania e un cavo per telecomunicazioni sottomarino di 1.000 miglia che collegherà Singapore con la Francia attraverso l’Egitto e il Corno d’Africa.

Purtroppo l’impennata dell’inflazione ha inferto un duro colpo al piano infrastrutturale globale, rendendo i progetti più costosi del previsto, mentre la Partnership for Global Infrastructure è stata influenzata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’aumento del costo dell’energia ha anche rallentato l’impegno dei Paesi del G7 verso la transizione verde che, infatti, hanno rallentato o bloccato la conversione o lo smantellamento delle centrali a carbone e stanno investendo nella costruzione di nuovi terminal per accogliere il gas liquefatto e ricercando gas a basso costo. I leader del G7 stavano discutendo di un piano rischioso e controverso per limitare il prezzo del gas russo, ma una nuova proposta francese non peregrina, ma difficile da attuare, intende limitare il prezzo del gas in tutto il mondo.

Tra gli altri temi affrontati, quello della guerra russo-ucraina è il più significativo. I leader del G7 hanno deciso di offrire sostegno finanziario, militare e umanitario all’Ucraina per tutto il tempo necessario, sottolineando che il Paese deve essere in grado di salvaguardare la propria sovranità e scegliere il proprio futuro, riprendendo il whatever it takes di Mario Draghi, allora governatore della Banca Centrale Europea, quel a ogni costo per preservare l’Euro, che il Super Mario nazionale evocò in un suo discorso del 12 luglio 2012 per salvare la moneta unica europea dagli attacchi speculativi, riuscendoci.

Il G7 ha espresso l’impegno incrollabile a sostenere il governo e il popolo ucraino nella coraggiosa difesa della sovranità e dell’integrità territoriale del loro paese, affermando che condanna e non riconoscerà i continui tentativi della Russia di ridisegnare i confini con la forza. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è collegato in video nella seconda giornata di lavori del G7, ringraziando i leader del G7. A questo si aggiunge la volontà di inasprire le sanzioni contro la Russia per ridurre i suoi flussi economici, compreso l’oro, nonchè limitare ulteriormente l’accesso della Russia a tecnologie cruciali, in particolare quelle legate all’industria degli armamenti.

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