Le industrie culturali e creative rappresentano una fonte sempre più significativa di reddito e di creazione di posti di lavoro a livello globale, generando decine di milioni di opportunità lavorative. Il settore culturale è inoltre connesso al soft-power e alle relazioni tra nazioni e popoli. Per tale motivo, la cultura riveste un ruolo attivo nell’agenda del forum economico globale del G20. Sotto la presidenza del Sudafrica, quest’anno il G20 ha identificato 4 aree chiave di interesse culturale: la salvaguardia e la restituzione del patrimonio culturale per proteggere i diritti umani; strategie socio-economiche per l’inclusione; tecnologie digitali; e azione per il clima. Questi aspetti sono ritenuti essenziali per promuovere la collaborazione, incentivare lo sviluppo sostenibile e migliorare la posizione globale del continente.
La questione della restituzione, ad esempio, è attualmente una delle tematiche fondamentali nel campo dei beni culturali. Per il Sudafrica, uno dei Paesi più influenti del continente, questo rappresenta un’opportunità per rafforzare la posizione dell’Unione Africana (Ua) indicata nel 2023 riguardo al ritorno urgente di questo patrimonio. Il miglioramento delle relazioni tra nord e sud del mondo richiede un simile dibattito.
Sotto la presidenza del Brasile, nel 2024 il gruppo di lavoro sulla cultura del G20 ha evidenziato il legame tra istruzione e cultura. Questo era conforme al quadro di riferimento dell’Unesco per l’educazione alla cultura e alle arti. Assumendo la presidenza del G20, il Sudafrica ha ripreso e ampliato l’agenda culturale.
Patrimonio culturale
Una forte argomentazione è stata avanzata nel Rapporto globale dell’Unesco sulle politiche culturali, pubblicato a Barcellona a settembre 2025 durante Mondiacult, la conferenza mondiale triennale incentrata sulle politiche culturali. Basandosi su oltre 1.200 rapporti nazionali e locali presentati tra il 2019 e il 2024, il Rapporto globale sulle politiche culturali mappa il modo in cui i Paesi promuovono la cultura attraverso le politiche pubbliche, rivelando sia un crescente slancio che sfide urgenti.
Le principali conclusioni di Mondiacult 2025 comprendono il riconoscimento della cultura come bene pubblico, la necessità di politiche più solide per salvaguardare gli artisti e i diritti culturali e un’iniziativa per integrare la cultura in tutti i settori politici per lo sviluppo sostenibile. Altre conclusioni significative includono la necessità fondamentale di affrontare l’intersezione tra cultura e tecnologie digitali, cultura e azione per il clima, nonché cultura, patrimonio e situazioni di crisi, insieme al contributo della cultura alle iniziative di pace.
Secondo quanto riportato, il 93% degli Stati membri che hanno risposto sostiene che la cultura rappresenta un elemento fondamentale nei loro piani nazionali per lo sviluppo sostenibile. Il documento sottolinea che il riconoscimento dell’importanza della cultura nella promozione di società inclusive e sostenibili sta acquisendo sempre più rilevanza a livello globale, con la maggior parte degli Stati membri che ne evidenziano l’integrazione nei loro piani nazionali di sviluppo sostenibile.
Tuttavia, questo impegno non si manifesta in modo coerente negli sforzi di cooperazione internazionale. L’attenzione è ora focalizzata sullo sviluppo della prossima agenda dopo il 2030. C’è una crescente spinta per includere la cultura come obiettivo.
Primato della cultura
Il rapporto richiede che nell’agenda globale post-2030 venga inserito un obiettivo autonomo per la cultura, riconoscendola non solo come un mezzo, ma anche come un fine a sé stante. Tale obiettivo integrerebbe i diritti culturali, il patrimonio e la diversità nello sviluppo sostenibile, fornendo al contempo la visibilità, gli investimenti e la responsabilità necessari per garantire che la cultura non venga più trascurata.
Ribio Nzeza Bunketi Buse, docente e studioso di sviluppo culturale presso l’Università Cattolica di Kinshasa (RdC) ha condiviso nel numero di questa settimana di The Conversation le sue opinioni sul perché un Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (Sdg) sulla cultura sia importante. «L’Unesco definisce la cultura come un insieme di caratteristiche spirituali, materiali, intellettuali ed emotive uniche che definiscono una società o un gruppo sociale, comprendendo non solo le arti e la letteratura, ma anche gli stili di vita, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze». Da questa definizione è evidente che «la cultura costituisce un diritto umano». La dichiarazione finale di Mondiacult 2025 lo riconosce come tale, insieme ad altri diritti umani. «Se i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che includono l’istruzione, l’uguaglianza di genere e una vita sana, sono collegati ai diritti umani, perché la cultura, che è ugualmente un diritto umano, non dovrebbe essere inclusa come Sdg?».
Per raggiungere questo obiettivo, la dichiarazione di Mondiacult sottolinea «la necessità di dare priorità e sostenere la cultura nell’agenda di sviluppo 2030».
Ribio Nzeza Bunketi Buse ritiene che «la sfida per il gruppo di lavoro sulla cultura sia quella di elaborare raccomandazioni pertinenti che possano essere approvate dalla riunione ministeriale del G20».
Conclude: «Un vertice del G20 in terra africana non può fare di meno. Ha tutto il potenziale necessario per sostenere il settore culturale africano in vari modi».