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Il titolo mondiale di Formula 1 va per la seconda volta consecutiva a Sebastian Vettel, di appena 24 anni: un nome in più alla ristretta cerchia dei piloti riusciti nell'impresa
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Al termine del Gran Premio del Giappone, disputatosi ieri sul circuito di Sukuza, Sebastian Vettel a soli 24 anni conquista per la seconda volta consecutiva il campionato del mondo di Formula 1.

 

Ascari, Fangio e Jack Brabham; poi Alain Prost, Ayrton Senna, Schumacher, Hakkinen e Alonso. Chi “mastica” la formula uno sa che questi non sono nomi qualsiasi, ma campioni entrati nell’Olimpo di uno sport che fa del confronto tra l’uomo e la macchina una vera e propria filosofia.

 

Schumacher, sette titoli iridati, Juan Manuel Fangio, cinque, Ascari due, conquistati all’inizio degli anni ’50, tempi nei quali parole come “kers” o “traction control” sembravano distanti anni luce.

 

Da ieri Sebastian Vettel, entra a far parte di questa ristretta cerchia di piloti, gli unici ad aver conquistato due titoli iridati di fila,  il famoso “back to back”. Vettel detiene già un altro piccolo grande record: realizzare tutto questo alla “tenera” età di 24 anni quando ancora molti piloti, cercano di farsi spazio per agguantare il volante di una Formula 1.

 

«Non è solo merito della macchina, ma anche del pilota. Alcuni di noi non diventerebbero campioni nemmeno con la miglior monoposto» ha dichiarato Kamui Kobayashi, pilota giapponese della Sauber, al termine del Gran Premio.

Vettel e la Red Bull sembrano vivere in un’alchimia dove il sodalizio tra uomo e macchina si sposa alla perfezione. In questa stagione automobilistica che sta volgendo al termine, il pilota tedesco di Heppenheim ha imposto a mani basse il suo dominio con prestazioni che poco scampo hanno concesso agli avversari, Ferrari in primis. 15 le gare disputate, 12 le partenze di Vettel in pole position, 9 vittorie. Escludendo il quarto posto nel gran premio di casa, in Germania, il resto delle gare ha visto sempre sul podio il campioncino della Red Bull.

 

 A questo punto della storia, viene facile montarsi la testa, chiudendo nello sgabuzzino l’umiltà, la naturalezza e la vitalità da giovane ragazzo. Anche perché a 24 anni, con un ricco conto in banca, chi non si toglierebbe qualche grande e costoso sfizio, offrendo champagne, accompagnato magari da qualche bella modella?

 

Invece Sebastian sembra essere rimasto quello di sempre. Fino a poco tempo fa viveva ancora con i genitori. Quando ritorna a respirare l’aria di Hoppenheim, di ritorno magari da Singapore o dal Canada, si sente a casa e con gli amici d’infanzia non disdegna una buona birra nella piazza centrale del paese, circondato da richieste d’autografi, per altro mai rifiutati. Vettel è l’antidivo per antonomasia, uno che per seguire la partita di calcio della squadra del cuore siede in tribuna come tutti i “comuni mortali”.

 

Mai una parola sopra le righe, mai una polemica o uno sgarbo ad un avversari, anche perché viene difficile combinare guai quando la strada davanti a sé risulta quasi sempre libera… Solo qualche errore dettato dall’inesperienza (vedi il gran premio di Turchia 2010, dove si è scontrato con il compagno di squadra Mark Webber). Questo però ad un ragazzo di 24 anni lo si può perdonare.

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