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Persona e famiglia > Noi due

Il nuovo inizio dopo la fine di una relazione

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

La rottura con il partner, per quanto dolorosa, può diventare un’occasione di crescita personale. Attraverso la storia di V., emerge come il dolore della separazione possa trasformarsi in un percorso di riscoperta di sé, autostima e consapevolezza

Immagine proveniente da Freepik.

La fine di una relazione non viene vissuta in modo uguale per tutti. Sottolineo prima di tutto questo aspetto perché non è raro vedere alcune persone sentirsi immediatamente sollevate dopo aver posto fine ad anni di matrimonio, mentre, ad esempio, altre vivono con intenso sconvolgimento emotivo la fine di una relazione durata solo poche settimane. Qualunque siano le circostanze di una rottura, suggeriscono gli esperti, si tratta potenzialmente di un importante fattore di stress, il cui effetto sull’ego e sull’autostima non dovrebbe essere sottovalutato.

Lasciare un partner può essere dunque molto stressante, ma come in ogni situazione di sofferenza emotiva, noi esseri umani abbiamo a disposizione delle preziose risorse interne di cui, a volte, non siamo consapevoli; e che conosciamo solo in questi momenti, che ci consentono di dare senso al dolore, di elaborarlo e quindi di superarlo. Non sempre questi passaggi sono semplici, e molto spesso richiedono tempi lunghi e fatiche psicologiche notevoli. L’esperienza di lasciare il partner può quindi essere descritta anche come un’esperienza trasformativa, che permette a chi la vive di assicurarsi una significativa crescita personale e di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé.

A questo proposito mi viene in mente V., una ragazza sulla trentina, che si è trovata per la prima volta ad aver bisogno di cominciare un percorso di psicoterapia dopo aver interrotto una convivenza di due anni e allo stesso tempo una relazione di 15 anni. V. arriva da me in terapia molto confusa, non ha ben chiaro il motivo della rottura, sa solo che ad un certo punto l’insoddisfazione si è insinuata nel loro rapporto e che, nonostante facessero di tutto per non rendersene conto, alla fine ha avuto la meglio. Dopotutto, mi confessa, è stata una rottura serena, come se entrambi non stessero aspettando altro. Tuttavia, dopo questa fase, in lei tutto il dolore le si è riversato addosso e ha sentito il bisogno di chiedere aiuto.

Questo dolore lo abbiamo accolto in seduta, guardato in faccia e ascoltato. Ne è venuto fuori che lei stessa aveva costruito gran parte della sua vita attorno alla sua relazione, e che quindi diverse aree della sua vita avevano iniziato a sgretolarsi dopo la rottura. Questo ha reso necessaria una profonda ricostruzione, prendendo in considerazione di cambiare le proprie priorità e la propria comprensione di sé. All’inizio non è stato facile: V. si percepiva vulnerabile e ogni cosa era per lei una difficoltà così insuperabile che la portava a bloccarsi.

Mi confida di rendersi conto di avere un carattere compiacente, di aver sempre preferito far scegliere agli altri perché l’idea che lei potesse sbagliare la terrorizzava, e di aver sempre scelto di farsi autodefinire dagli altri. Se tutto questo fino ad oggi pensava che la potesse rassicurare, oggi mi dice di rendersi conto che non le ha permesso di sapere chi è e cosa le piace. Superato il dolore acuto iniziale, abbiamo dunque lavorato per promuovere un percorso di riscoperta e ricostruzione.

V. si è potuta finalmente concentrare su se stessa, sui propri bisogni e sui propri valori. Tutto ciò è stata una novità per lei, un processo mai fatto, molto stimolante ma allo stesso tempo pieno di difficoltà, vissute questa volta con fiducia e determinazione. Questa fase è stato un momento importante della terapia, perché le ha permesso di sviluppare una maggiore autostima e consapevolezza. Ad oggi, anche se il percorso è ancora in divenire, riesce a prendersi le sue responsabilità e a riconoscersi i meriti, ad essere meno accomodante e a fare le sue scelte. Tutto questo le sta permettendo di costruire un sé più sicuro delle proprie capacità e di rendersi conto di poter credere di più in se stessa.

In sintesi, lasciare un partner è un’esperienza senza dubbio difficile, ma che può portare con sé anche molte opportunità. Come con V., per la quale l’esperienza della rottura ha agito come un potente catalizzatore per la crescita personale, spingendola a emergere con nuovi aspetti di sé e una prospettiva rinnovata sulla sua vita, gettando le basi anche per poter emergere con tutta la sua personalità in eventuali relazioni future.

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