Fincantieri, la Liguria teme il ridimensionamento

Due degli otto cantieri del gruppo si trovano in questa regione: e con la cassa integrazione che scade a fine anno, i tempi per trovare una soluzione stringono
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Fincantieri è il complesso navalmeccanico più grande del nostro Paese: occupa 8.200 dipendenti, con un indotto di circa 20 mila addetti. Due dei suoi otto cantieri sono in Liguria, uno a Sestri Ponente, l’altro a Riva Trigoso. A maggio l’azienda ha reso pubblico il piano industriale 2011-2014, nel quale prevedeva l’eliminazione di 2.550 posti di lavoro: tra i provvedimenti a tal fine, la chiusura definitiva del cantiere di Sestri Ponente (760 dipendenti) e il ridimensionamento di quello di Riva Trigoso (Genova), con il mantenimento dell’officina meccanica (meno di 230 addetti) e il trasferimento a Muggiano (La Spezia) della divisione costruzione navi militari (580 dipendenti). Gli altri esuberi, circa 1.200, riguardano le altre aziende del gruppo. Subito è stata indetta una serie di scioperi, con tanto di occupazione del Comune, dimostrazioni per le strade, e un lungo corteo che ha raggiunto la Prefettura scontrandosi con la polizia.

 

La situazione nei mesi è andata peggiorando, e l’azienda ad oggi non ha ancora fatto sapere le proprie intenzioni. Intanto gli operai continuano la mobilitazione. «Tra scioperi e cassa integrazione, nella busta paga di fine novembre si sono visti 300-400 euro», commenta sconsolato uno degli operai in manifestazione. La situazione a Sestri è sempre più tesa: i lavoratori in cassa a dicembre sono saliti da 270 a 400, e il lavoro finisce del tutto a marzo con il completamento dell’ultima nave. Ma l’emergenza bussa alle porte prima: «Ad oggi la cassa integrazione ordinaria scade a fine dicembre — spiegano i sindacati — il decreto di rinnovo non è stato fatto, perché nel frattempo è caduto il governo. Rischiamo di passare alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e di sentirci chiamare al ministero del Lavoro con un piano di esuberi. Ma noi non ci stiamo».

 

Il prefetto ha anche interessato gli uffici della presidenza della Repubblica. Nel corso della sua visita a Genova il presidente Giorgio Napolitano aveva incontrato i lavoratori Fincantieri promettendo la sua attenzione, e il 12 dicembre tramite il Prefetto è arrivata la conferma dell’interessamento del presidente. «L’attenzione di Napolitano è per noi un segnale importante — ha detto al termine dell’incontro il segretario Fiom Franco Grondona —, e il prefetto si è anche impegnato a sollecitare al più presto la convocazione dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico». Purtroppo la caduta del governo ha dilatato i tempi, e l’incontro che avrebbe dovuto tenersi a metà ottobre era saltato. Ora i fili si stanno ricucendo, ma le lancette della crisi continuano inesorabilmente a muoversi in avanti. Con un’aggravante, denunciata nei giorni scorsi anche dai presidenti di Autorità portuale e Regione, Luigi Merlo e Claudio Burlando: il lavoro ci sarebbe, ma la Fincantieri non vuol prenderlo.

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