Film a misura di famiglie

Si è concluso con successo di pubblico e critica il Fiuggi Family Festival, una rassegna che si è caratterizzata per la serietà e l'impegno civile
fiuggi family festival

Sono stati oltre mille i partecipanti, fin dal primo giorno, al Fiuggi Family Festival svoltosi nella cittadina laziale dal 28 al 31 luglio. L’evento, promosso quattro anni fa da Gianni e Antonella Astrei, si caratterizza per la collaborazione del “Forum delle associazioni familiari” che rappresenta in Italia oltre cinque milioni di nuclei familiari e che sente oggi più che mai l’urgenza di prestare un’attenzione nuova ai mezzi di comunicazione e in particolare al cinema.

 

Numerosi i film proposti alle famiglie, provenienti da molte regioni italiane, che hanno scelto di vivere questa originale vacanza all’insegna del grande cinema. Momenti di giochi e di convivialità, escursioni, laboratori creativi, forum e dibattiti su tematiche legate al mondo della famiglia, hanno completato ed arricchito l’evento dando a ciascuno dei partecipanti un’ampia possibilità di scelta.

 

Il tema centrale della manifestazione è stato particolarmente intrigante: “Sistema famiglia: il dinamismo delle relazioni”, con un’attenzione particolare al rapporto padre-figlio.

«La famiglia, in quanto relazione tra persone – ha precisato Antonella Bevere Astrei, che dopo l’improvvisa scomparsa del marito Gianni, nel 2009, ha assunto la presidenza del Festival – è molto più di un sistema fisico: non si può infatti prescindere dalle sfere cognitiva, affettiva, spirituale di ogni suo componente che, in quanto persona, è oltre tutto dotato di libertà… Inoltre, qualunque tipo di azione si ripercuote su ogni singolo elemento del sistema famiglia».

 

Intensi e molto belli i film proiettati, sia quelli in concorso, sia le retrospettive e le anteprime che hanno offerto importanti spunti di riflessione sulle potenzialità insite nell’istituto familiare.

 

Si è imposta, su tutte, la pellicola spagnola Ways to Live Forever del regista Gustavo Ron per la capacità del regista di affrontare un tema difficile e doloroso – l’unicenne Sam è malato terminale di leucemia –, senza cadere nel patetismo, ma valorizzando la verità dei sentimenti con ritmo incalzante, una recitazione asciutta, credibile e realistica.

 

Menzione speciale poi per The first grader di Justin Chadwick, un film potente e coraggioso sulle atrocità delle guerre e le devastanti conseguenze sulla famiglia; per l’americano The Way di Emilio Estevez che ha affrontato con ironia e serietà l’elaborazione del lutto da parte di un padre che prende il testimone del figlio caduto mentre percorreva i primi chilometri del Cammino di Santiago.

 

Degno di attenzione anche il film irlandese West is West di Andy de Emmony il quale con leggerezza e arguzia è riuscito a darci tutto il dramma che gli extracomunitari sono spesso costretti a vivere nella “civile” Europa.

 

Apprezzatissimi, poi, gli eventi speciali come l’anteprima della coproduzione Usa, Argentina, Spagna There be Dragons del regista Roland Joffè sulla vita giovanile di Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, proclamato santo nel 2002 da Giovanni Paolo II. Un film per niente agiografico, che ha tratteggiato con realismo storico la dimensione carismatica di un’esperienza tra le più straordinarie del Novecento.

 

Degne di rilievo anche La fine è il mio inizio di Jo Baier sugli ultimi giorni del giornalista Tiziano Terzani, e In un mondo migliore di Susanne Bier.

 

Seguitissime dai più giovani  le retrospettive e le anteprime dei cartoons tra i quali l’ultimo lavoro di Raja Gostnell I puffi applauditissimo nella giornata di chiusura del Festival.

Significativo il premio dato a 10 comuni italiani che si sono particolarmente distinti per le politiche familiari e che hanno riconosciuto il ruolo centrale della famiglia all’interno di ogni piccola o grande comunità.

 

Sicuramente il Fiuggi Family Festival,  all’interno del troppo variegato ed effervescente panorama dei Festival, si caratterizza per serietà e impegno civile e libertà di scelta, al di fuori dai condizionamenti di mercato e della “cattiva” politica.

 

Non a caso ha scosso la platea della cerimonia finale il grido di allarme sulle troppe pressioni politiche sui programmi Rai e sui mezzi di comunicazione, icastico e ironicamente provocatorio, del regista Gennaro Nuziante, presidente della giuria, lanciato in presenza del direttore generale della Rai Lorenza Lei e dell’onorevole Paola Binetti, per auspicare una politica di umile servizio nei confronti del mondo dello spettacolo e della Tv e non l’accaparramento sfacciato e disgustoso di poltrone di “potere” come solitamente siamo costretti ad assitere. 

 

Nello stesso tempo Nunziante ha sottolineato con sagacia, per il futuro del Festival, la necessità, nella scelta dei film, di ricercare anche trame leggere e comiche, in quanto i valori si trasmettono non solo nel dramma e nel dolore della vita ma anche nella gioia o nella comicità. Osservazione acuta che certamente la direzione artistica del Festival recepirà per il prossimo anno.

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