Sfoglia la rivista

Cultura > Cinema

Ferdinando Scianna, il fotografo dell’ombra

di Edoardo Zaccagnini

- Fonte: Città Nuova

Un documentario che ripercorre la vita del grande fotografo per la regia di Roberto Andò, al cinema solo per 3 giorni, 6, 7 e 8 ottobre. Da non perdere

Ferdinando Scianna3-©LiaPasqualino

C’è tanta Sicilia, nel documentario che Roberto Andò dedica al grande fotografo Ferdinando Scianna: da Bagheria come Giuseppe Tornatore, che a un certo punto, infatti, sbuca nel racconto – tutto in bianco e nero – e con Scianna stesso, di una vitalità travolgente, di una semplicità umana rimasta intatta agli anni e al successo, inizia a dialogare in un dialetto dolce, felice.

L’autore di Baaria, che in fondo è un vorticoso album di fotografie al passato, ricorda quando Scianna era già volato altrove per lavoro, e sull’Europeo c’erano le sue foto, dibattute, radiografate, amate dall’allora aspirante regista e da altri cinefili del paese.

Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore-©LiaPasqualino

Sorridono, stanno insieme, Scianna e Tornatore. Leggeri riempiono il tema dell’incontro che è centrale in questo documentario pieno, oltrechè di arte, di affetto, allegra nostalgia e amicizia: Kundera, Cartier Bresson, Gianni Berengo Gardin, Borges, alcuni dei citati. «Se il paradiso esistesse, sarebbe una cena con i miei amici», sorride Scianna in una sequenza del documentario, a tavola, in compagnia di persone care.

Lo stesso Andò entra tanto in scena con l’amico maestro delle immagini. Ricorda che fu lui, molti anni a fa, a spingerlo definitivamente verso il cinema. «Se davvero vuoi fare un film, lo fai». Insieme ricordano, pensano, sorridono, stanno persino in silenzio. Dedicano molte parole ed emozioni a Leonardo Sciascia: grande amico comune, mentore lontano e vivissimo. Vanno persino a casa sua, per il momento più teso, emotivamente, di questo racconto dal titolo Ferdinando Scianna – il fotografo dell’ombra, presentato a Venezia e al cinema da oggi, per alcuni giorni.

Sciascia aleggia, respira, parla ancora, coi ricordi di Andò e la voce stessa di Scianna, che sa d’antico, del pane e panelle ricordato, di un vicolo di Bagheria che era un “teatro”, dei limoni che ancora, il fotografo, mastica amandoli. Di quelle radici immortali, sane, vitali, che Scianna stesso recupera con una frase di Ernesto De Martino: «Soltanto chi ha un villaggio nella memoria, si può vivere un’esperienza cosmopolita».

Ecco, allora, rovistando nella “cassapanca della memoria”, le feste religiose in Sicilia, all’alba della sua carriera, col “dolore che si fa festa”. Ecco le amiche della gioventù, ritratte con dolcezza, in questa elegante narrazione che sa farsi anche efficace lezione di fotografia: «È stato un guardarmi intorno, per capire che significava ciò che succedeva intorno a me. Per capire chi ero io stesso». Fotografia come racconto, narrazione, storie di persone, realtà. O come lavoro da reporter che significa “andare in un posto di cui non sai nulla”, per capire. Fotografia che rimane “responsabilità”, perché se anche non migliora il mondo, se fatta male “lo peggiora”.

Fotografia fatta di luce e ombra, come il sottotitolo del docufilm ribadisce: “Amo il sole perché fa ombra”, sintetizza l’artista, che chiude il suo racconto con una frase ancora più bella: «Dove il sole è più forte, l’ombra è più nera», e questa massima può farsi metafora della vita stessa, attraversata da Ferdinando Scianna in modo straripante, con un viaggio intenso e al tempo stesso lieve: quello di un uomo andato lontano ma capace di sorridere con ironia al successo stesso: «Ho solo spinto un bottoncino dopo aver guardato», semplifica di nuovo, disinnescando il narcisismo, l’ego inutile, poco umano.

Con la stessa facilità, dopo che per quasi un’ora e mezza le sue foto ci hanno emozionato ed incantato, Scianna dice di ammirare gli scrittori, ammettendo la supremazia della parola. Lo confessa senza fatica, riflettendo, verbalizzando liberamente, confidenzialmente, con la sua giocosità inestirpabile, fanciullesca e colma di sapienza. Col suo suono della voce pieno e rotondo, piacevole dall’inizio alla fine di Ferdinando Scianna – il fotografo dell’ombra.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876