Fantasia della carità

La lettera di due sindacalisti di Genova che ringraziano per l’aiuto agli operai dell’indotto della Fincantieri di Genova attraverso l'iniziativa "Il pane quotidiano"
Fincantieri Genova

«È l’ora di una nuova “fantasia della carità”, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione». Scriveva così papa Giovanni Paolo II, nella Novo Millennio Ineunte. Profuma di fantasia della carità, quanto sta avvenendo a Genova a sostegno dei lavoratori dell’indotto della Fincantieri, in mobilità ormai da alcuni mesi.
 
Dopo l’appello della Chiesa a Governo e parti sociali sulla tutela del posto di lavoro, un gruppo di persone della società civile si è mobilitato per un’azione concreta a sostegno dei lavoratori. Un’iniziativa che a macchia di leopardo ha coinvolto sempre più famiglie e singole persone. Già su queste pagine avevamo raccontato l’iniziativa avviata attraverso Pane quotidiano, una onlus della città. Si era trovato cibo per almeno un migliaio di persone, a stipendio ridotto o nullo, contattata una ditta alimentare che subito aveva messo a disposizione diverse tonnellate di pomodori pelati, pane, biscotti e pasta, il magazzino di fronte all’ingresso degli stabilimenti navali per depositare le scorte e provvedere alla distribuzione. La condivisione di questa necessità aveva coinvolto l’intera città. Intanto Alessandro Buffa, Fiom Cgl, e Guido Misi, Cisl, due sindacalisti di Genova che hanno partecipato all’iniziativa sorpresi e commossi da quanto stava accadendo, presa carta e penna hanno scritto a Renato, per ringraziare tutti del gesto.
 
Ecco il testo: «Caro Renato, a nome nostro e dei nostri colleghi, ti scriviamo questa lettera per raccontarti la gioia e la commozione delle persone a cui abbiamo consegnato in questi giorni gli alimenti di prima necessità che, grazie al vostro aiuto, hanno ricevuto. Sono giovani, anziani, persone che hanno lavorato una vita e che adesso si ritrovano a dover accettare ogni piccolo aiuto per alleviare i quotidiani problemi delle proprie famiglie e per lenire le sofferenze di chi si sente solo e indifeso di fronte a questa crisi senza precedenti; persone che vi abbracciano e, con le lacrime agli occhi, vi dicono grazie. Questa esperienza ci consegna, oggi più che mai, in maniera dirompente, l’infinito valore della solidarietà, della fratellanza, dell’amore per il prossimo, senza filtri, senza distinzioni. Ci è stato permesso di capire quanto difficile sia chiedere aiuto, cancellare sentimenti come l’orgoglio, che spesso rende ciechi e incompresi. Da qui abbiamo iniziato a cercare, ascoltare e capire, perché nelle lacrime versate, di cui siamo stati testimoni, abbiamo trovato sorriso, gioia e speranza. La stessa speranza che nutriamo nell’affrontare un futuro pieno di incertezze, auspicando che la classe politica possa, una volta per sempre, rivolgere un doveroso sguardo verso coloro che ne chiedono un impegno più coerente e coeso. Questo è l’impegno che noi chiediamo a tutti. Nessuno escluso. Con infinite grazie».
 
L’operazione “Pane quotidiano” ha sorpreso la comunità ecclesiale e quella civile. Anche il cardinale Bagnasco stupito benedice l’iniziativa. Così l’aiuto che pareva temporaneo continua tutt’ora, attraverso altre grandi ditte alimentari che stanno fornendo olio, tonno, latte, pasta, succhi di frutta e ogni altro tipo di generi alimentari. In pratica è l’intera città che s’è presa carico di questa iniziativa.
 

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